Grillo l’estremista fa paura. “Neofascista” per Monti, “No Tav” per Berlusconi

Pubblicato il 12 Febbraio 2013 - 16:51| Aggiornato il 22 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Monti mette Grillo nella casella estrema destra: “Vada in Grecia, troverà le piazze piene di neofascisti“. Berlusconi mette Grillo nella casella estrema sinistra: “Attinge dai No Tav“, ergo “al Senato la sinistra potrebbe avere la maggioranza” grazie a eventuali transfughi.

Piaccia o non piaccia, il fattore “Grillo l’estremista” non può essere ignorato (soprattutto se veramente il Movimento 5 Stelle entrerà in Parlamento con una percentuale di voti superiore al 10%). C’è chi lo teme (Berlusconi che ha paura sia “nemico”, inteso come “alleato del nemico”). C’è chi è infastidito dai continui attacchi e allora prova a denigrarlo (Monti che è stato il bersaglio preferito di Grillo negli ultimi mesi), buttandola sulla rissa verbale.

Monti dimostra una volta di più di essersi adeguato al modus parlandi dei politici, relegando Grillo a un “populista pericoloso” alla stregua dei neonazisti greci di Alba Dorata. Berlusconi dimostra una volta di più di essere tanto ossessionato dai comunisti da vedere in Grillo una calamita per gli extraparlamentari di oggi, ovvero i No Tav.

Il primo a parlare di Grillo è stato Monti: “Grillo, per una volta, vada in una piazza greca anziché nelle piazze italiane e vedrà la disperazione, la protesta e anche piazze piene di neofascisti. Se lui vuole con le sue urla e il suo populismo dannoso trasformarci nella Grecia faccia pure. Io non voglio niente a che fare con questo populismo”.

Come al solito, la risposta di Grillo è stata immediata e non certo moderata: “Si tolga dai piedi, porti il suo cagnolino al parco, ha già fatto abbastanza danni”.

Poi è stato il turno di Berlusconi, che però ha focalizzato l’attenzione su una ipotetica alleanza tra Grillo e Bersani al Senato. Motivo? “Abbiamo avuto la pessima sorpresa di vedere che più dell’80% delle persone candidate nelle liste di Grillo provengono da ambienti dell’estrema sinistra, dei centri sociali e dei no tav. Tra questi la sinistra può trovare candidati di sostegno, magari con un cambio di casacca, anche perché loro non li vedo tanto compatti”.