Beppe Grillo garantista dopo caos Raggi: arriva codice etico salva-indagati

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2016 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo garantista dopo caos Raggi: arriva codice etico salva-indagati

Beppe Grillo garantista dopo caos Raggi: arriva codice etico salva-indagati

ROMA – Un codice etico salva-indagati. Dopo il caos M5s a Roma, con la sindaca Virginia Raggi costretta ad accettare il commissariamento dopo l’arresto del suo braccio destro Raffaele Marra, Beppe Grillo pensa ad una svolta garantista. Lo scrive lui stesso nel post che salva il soldato Raggi dal siluramento per ovvie ragioni di opportunità politica: evitare di perdere Roma e con essa anche Di Maio e tutto il Movimento.

“Roma va avanti con Raggi”, scrive Grillo sul suo blog sottolineando come la sindaca si sia “fidata delle persone più sbagliate del mondo” ma “ha riconosciuto gli errori”. Poi avverte: “Da oggi cambiamo marcia”. Ma non certo nella direzione giustizialista finora battuta e gridata. A breve, fa sapere Grillo, “definiremo un codice etico che regola il comportamento degli eletti del MoVimento 5 Stelle in caso di procedimenti giudiziari. Ci stanno combattendo con tutte le armi comprese le denunce facili che comunque comportano atti dovuti come l’iscrizione nel registro degli indagati o gli avvisi di garanzia. Nessuno pensi di poterci fermare così”.

Il riferimento è all’esposto di Carla Raineri che ha fatto scattare l’inchiesta sulle nomine in Comune. Ora che il prossimo avviso di garanzia potrebbe avere come destinataria proprio la sindaca Raggi, i Cinque Stelle scoprono di non essere poi tanto immuni da possibili assalti della magistratura.

Di qui la necessità di un nuovo codice etico, l’ennesimo, che regolerà il comportamento degli eletti in caso di procedimenti giudiziari. Quello firmato a Roma dice che, in caso di iscrizione nel registro degli indagati, deve essere la rete a votare le dimissioni. Ora però, vista l’escalation di scossoni giudiziari, si stilerà una sorta di indice di gravità penale delle accuse. Niente più automatismo indagato-dimissioni, ma tutta una zona grigia di sanzioni intermedie come l’auto-sospensione o il commissariamento, appunto.