Scontro Grillo-Bersani. Nella mischia pure Boccia, Di Pietro e Fini

Pubblicato il 27 Agosto 2012 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (Lapresse)

ROMA – Beppe Grillo non ci sta a passare per il manganellatore della rete e per questo dal suo blog replica stizzito alle parole del segretario Pd Pierluigi Bersani: “Fascista io? Tu un fallito che se la fa coi piduisti”.

La tesi di Grillo, in soldoni è che nel corso degli anni “Bersani e il suo partito sono andati avanti facendo numerosi accordi con il centrodestra. Dunque stia zitto”. Il comico genovese ricorda poi a Bersani di aver presentato tre leggi di iniziativa popolare, nel 2007, per eliminare dal parlamento i condannati, far scattare un numero massimo di mandati (due) ed eleggere direttamente ai cittadini gli onorevoli. Ma quelle proposte non sono mai state discusse negli anni.

Anni in cui, scrive Grillo “non c’è traccia di leggi sul conflitto di interessi o contro la corruzione. Violante e D’Alema sono stati le punte di diamante del pdl/pdmenoelle. Bicamerale, garanzia delle televisioni a Berlusconi, concessione delle frequenze televisive all’uno per cento dei ricavi. E lo Scudo Fiscale, passato grazie alle assenze dei pidimenoellini? e le decine di volte in cui il governo Berlusconi poteva essere sfiduciato, ma i pdimenoellini erano sempre altrove?”.

Francesco Boccia, del Pd, interviene in difesa del suo segretario in un’intervista a Tgcom24: “Bersani non ha citato nessuno ha definito fascisti i comportamenti populisti di chi, soffiando sul fuoco e approfittando delle difficoltà di chi è rimasto indietro, continua a fare una propaganda becera”. Boccia addolcisce i toni: “Grillo fa quello che hanno fatto i più grandi populisti – ha detto – È un milionario in pantofole che, dall’alto della sua villa, dà ordini a persone che oggi non credono nella capacità della politica di risolvere i problemi di ogni giorno. Su questo la politica deve interrogarsi. Grillo istiga all’odio e soffia sul fuoco del conflitto sociale, utilizzando persone spesso inconsapevoli”.

Nello scontro interviene anche il segretario dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro che si sente chiamato in causa al grido di “fascisti del web”. “Bersani si comporta come il bue che dice cornuto all’asino. Il segretario del Pd si nasconde dietro a un dito, invece di indicare responsabilmente con chi intende formare la coalizione di governo e sulla base di quale programma”. Il leader dell’Idv ha poi scritto su Facebook: “L’Idv è stata sempre coerente con il mandato ricevuto dagli elettori: all’opposizione era e all’opposizione è rimasta. Mentre il Pd solo a chiacchiere dice di voler costruire un governo riformista e alternativo al centrodestra e a Monti ma, nei fatti, continua a piegarsi e ad appoggiare le politiche suicide di questo esecutivo che stanno massacrando le famiglie e i lavoratori del nostro Paese”.

Lunedì mattina si butta nella mischia anche il leader Fli, Gianfranco Fini che in un’intervista  a Repubblica ha detto: “Il Pdl è “una versione più “soffice” della stessa antipolitica” che anima Grillo e Di Pietro, quella che ha “sempre bisogno di nemici che vive più di anatemi che di strategie”. Poi sottolinea: “Noi e Casini siamo i veri moderati” e ”il prossimo governo sarà politico ma sul premier deciderà il Quirinale”.

Analizzando le ”offerte sul ‘mercato politico’ ”, il presidente della Camera osserva che sta ”crescendo un’area che si nutre di antipolitica, una vasta zona di sentimento antieuropeo, di fatto antidemocratico, che prende a pretesto la giusta lotta contro i privilegi e le caste. Grillo e Di Pietro coprono questa fascia elettorale”. E il partito di Berlusconi ne rappresenta una versione ‘soft’: ”Il filo conduttore di quest’area populista e demagogica e’ proprio la ricerca costante del nemico. Posso essere io o la Merkel, i banchieri, l’euro, le tasse, lo Stato, gli immigrati”. E c’è poi ”la visione liberal-democratica che in un bipolarismo sano, quale non abbiamo in Italia per colpa di Berlusconi, sarebbe la naturale alternativa alla sinistra socialdemocratica”. ”Tra me e Casini c’è la consapevolezza di lavorare per dare una risposta a questi elettori che non sono di sinistra e non vogliono piu’ votare Berlusconi”.

E ”in questo caleidoscopio ci vedo anche l’ipotesi di ministri che decidono di presentarsi, di nuovi soggetti che scendono in campo, fondazioni, think tank”. Alla domanda se Fli sosterrebbe Bersani premier con un ipotetico risultato delle elezioni che veda il Pd primo partito, Fini risponde che ”se vogliamo uscire dalla logica del bipolarismo muscolare e lasciarci alle spalle la fase Berlusconi-Prodi non possiamo partire dalla coda, dobbiamo cercare prima una alleanza di governo sui programmi e sui valori, poi sara’ il capo dello Stato a indicare il prescelto”. Infine sulla legge elettorale Fini si augura ”un passo in avanti questa settimana. Ma ricordo a tutti – conclude – che nel passaggio alla Camera ci potranno anche essere voti segreti”.