Il Senato smemorato: nel 2007 Grillo presentò 3 ddl con 350 mila firme. Mai esaminati
ROMA – Il popolo propone leggi, il Parlamento non prende nemmeno in esame le proposte: un articolo del Corriere della Sera ricorda che a metà dicembre del 2007 Grillo presentò in Senato 3 disegno di legge di iniziativa popolare. Sono passati quasi 4 anni e quei documenti (sottoscritti da 350 mila cittadini) sono ancora lì, in attesa di un esame.
Il fatto che una parte del popolo presenti sottoscriva queste iniziative non vuol dire che siano buone per forza o che per forza debbano essere condivise. Ma, Costituzione alla mano, devono essere perlomeno esaminate e analizzate e poi, eventualmente, promosse o bocciate.
Eppure l’articolo 71 della Costituzione recita chiaramente: “L’iniziativa delle leggi appartiene al governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi,mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”.
L’articolo del Corriere della Sera ricostruisce l’iniziativa di Grillo: “A metà dicembre del 2007, nella scia delle polemiche intorno ai costi della politica e «V-Day», il comico-capopopolo genovese si presenta a Palazzo Madama, pedalando su un risciò (anche lo show vuole la sua parte…) per consegnare una catasta di sottoscrizioni raccolte in un solo giorno su tre disegni di legge”.
Le proposte erano tutte sull’eleggibilità in Parlamento: 1) Nessun cittadino può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale. 2) Nessuno può essere eletto alle Camere per più di due legislature (10 anni). 3) Basta con i deputati e i senatori «nominati » dai capi partito e via alla riforma elettorale perché possano essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.