Pd ha un Grillo per la testa. Renzi ci prova: “Se vinco io vanno tutti a casa”

Pubblicato il 30 Agosto 2012 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (Lapresse)

ROMA – Nella guerra tra Grillo e Bersani ci mette il dito pure il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Il rottamatore ne approfitta per punzecchiare il segretario Pd: “Non basta dare del fascista a Grillo. Bisogna togliere fiato al grillismo”. Il commento del sindaco di Firenze coincide con l’ennesimo attacco del comico ligure al Pd che, dopo le schermaglie con Bersani a suon di fascisti e piduisti, è tornato alla carica, questa volta sui costi della festa di Reggio Emilia e in particolare sul cachet di Roberto Benigni.

Così il sindaco toscano si infila nel duello e sfida la leadership di Bersani proponendo misure concrete, perché, spiega, quello di Grillo è un fenomeno passeggero che si spegne in due settimane. “Quando si parla di riforme istituzionali e di politica non si può immaginare di uscire dalla fase in cui stiamo semplicemente dicendo che Grillo utilizza frasi fasciste sul web. Bisogna avere il coraggio di dire che Beppe Grillo si giudica per quello che è e per quello che dice ma alcuni dei temi che lui pone vanno tolti dalla discussione”.

Basta attaccare la Casta per sgonfiare Grillo, è la tattica di Renzi. “Va dimezzato il numero dei parlamentari – ha detto – le loro indennità, va eliminato il finanziamento pubblico ai partiti, va tolto il vitalizio a parlamentari e consiglieri regionali. Se il Pd fa queste cose il grillismo finisce domani mattina e il Pd, che è la più grande speranza di questo Paese, per la cultura, l’ambiente e l’innovazione tecnologica, allora torna a rappresentare una speranza per i cittadini”.

E se Grillo continua a fare i conti in tasca al Pd, ecco Giovanni Guerisoli, fondatore della Rete del Sociale e del Lavoro del partito, che ricorda durante la trasmissione radiofonica La Zanzara i “10 milioni in nero che Grillo chiese ai democratici per un suo spettacolo del 1999”. “Accettammo di pagarglieli – racconta – li prese personalmente, ma poi per noi fu durissima giustificare quell’uscita”.