Beppe Grillo: “Rito dell’odio contro di me. Vogliono che qualcuno mi elimini”

Pubblicato il 2 Settembre 2012 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – Beppe Grillo evoca mostri, scomoda i ricordi degli anni di piombo, i due minuti d’odio orwelliani e contro media e politici questa volta la spara grossa: istigano per “eliminarmi” – dice- “al tiro al bersaglio reale…poi qualcuno ti elimina”.

Dalle colonne del suo blog il leader del Movimento 5 Stelle  (dove è guerra con gli espulsi) descrive l’attacco contro di sé prendendo spunto da “1984” di George Orwell: “Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente”.

“Lo scopo – prosegue – è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo”. Grillo accusa tutti coloro che lo criticano perché “non discutono mai nel merito, ad esempio del Programma del M5S, insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere”. “E dopo? Cosa verrà dopo?”, si chiede.

“Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”. Sostituendo il suo al nome dell’Emmanuel Goldstein di Orwell, Grillo spiega il “rito dell’Odio”.

“Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparsa sullo schermo. S’udì qualche fischio, qua e là, fra i presenti. La donnetta dai capelli color sabbia diede in una sorta di gemito in cui erano mescolati paura e disgusto. Grillo era il rinnegato. Durante il suo secondo minuto, l’Odio arrivò fino al delirio. La gente si levava e si rimetteva a sedere con gran rimestio, e urlava quanto più poteva nello sforzo di coprire il belato di quella voce maledicente che veniva dallo schermo. La donnetta dai capelli color sabbia era diventata rossa come un peperone e apriva e chiudeva la bocca come un pesce tratto fuor d’acqua. Una bruna aveva cominciato a strillare: ‘Porco! Porco! Porco!'”.

“E tutt’a un tratto – riprende il riadattamento della citazione – afferrò un pesante dizionario di Neolingua della Casta e lo scaraventò sullo schermo. Questo andò a colpir diritto il naso di Grillo e poi ricadde a terra: la voce continuava inesorabile. Tutti strillavano e battevano furiosamente i tacchi contro il piolo della sedia. La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni”.