Beppe Grillo: “Salvini lo manderei a lavorare a calci”

di Dini Casali
Pubblicato il 16 Maggio 2019 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo: "Salvini lo manderei a lavorare a calci"

Beppe Grillo: “Salvini lo manderei a lavorare a calci”

ROMA – Salvini lo manderebbe a lavorare a calci. Ultimamente Beppe Grillo lo si sentiva poco. Più concentrato sulla sua tournée teatrale, si è ritagliato un ruolo più low profile nel Movimento che ha fondato, ora fa il Garante ma in effetti è più arduo salire sulle barricate se sono i tuoi a occupare i banchi del Governo: oggi però, con l’intervista esclusiva sul settimanale Sette del Corriere della Sera, è tornato a colpire, scegliendo come bersaglio Matteo Salvini, lo scomodo alleato con cui M5S litiga platealmente un giorno sì e l’altro pure. 

“Salvini lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale”, ha tuonato per denunciare l’incredibile attivismo del ministro dell’Interno che quando non è impegnato a postare a tutto spiano sui social è in perenne tour elettorale. Non è la prima volta che Grillo alza il tiro sul leader leghista, specie negli ultimi mesi, specie con la necessità di M5S di arginarne lo strapotere mediatico e politico.

E quindi, in ordine sparso. “E’ un bluff”, a marzo. “Uno sceriffo senza pistola”, un paio di giorni fa. “Ho detto alla madre di Salvini che quella sera doveva prendere la pillola”, a gennaio. “Non sa di essere ministro”, “Perché parla solo di migranti e non di mafia?”, ad aprile. Certo, bazzecole rispetto a un paio di anni fa, quando gli dava del “traditore politico”.

In mezzo, tuttavia, a fine marzo 2018, una finestra di affettuose corrispondenze con lo sceriffo senza pistola, la tempestiva benedizione giusto un attimo prima che la strana alleanza prendesse forma insieme all’irresistibile prospettiva di entrare a Palazzo: “Salvini è uno che quando dice una cosa la mantiene, il che è una cosa rara”. Mentre ad agosto, sempre del 2018, poteva ancora divertirsi a filmare finte telefonate da una spiaggia sarda al ministro dei porti chiusi per denunciare la pericolosa presenza di un africano vicino al suo lettino. Da morire dal ridere. (fonte Ansa)