Berlusconi: “Abolizione imu condizione per andare avanti. Non è un’ossessione”

Pubblicato il 17 Maggio 2013 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi (LaPresse)

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA  – ”La cancellazione dell’Imu è la condizione per andare avanti. Non è una nostra ossessione ma un atto simbolico di riappacificazione dello Stato con i cittadini”.

Lo afferma Silvio Berlusconi, intervenendo ad una cena di raccolta fondi con il sindaco uscente Gianni Alemanno.

‘C’è una forte possibilità che questo Governo possa andare avanti ed è un momento che consideriamo epocale”.   Silvio Berlusconi ha scelto la cena elettorale per la ricandidatura del sindaco Gianni Alemanno per un discorso tutto proteso ”all’interesse del Paese che deve prevalere su quello del partito”. Un Berlusconi più ‘buonista’ che mai ha detto – davanti ad una platea di più di mille sostenitori del sindaco – di essere ”ottimista di natura” e di augurarsi che ”il patto a cui siamo arrivati ponga fine a una guerra civile tra destra e sinistra che è durata venti anni, anche se nel centrosinistra ci sono ancora molti che si oppongono”.

Il Cav ha detto di credere che ”sostenere la cultura della coalizione possa essere un bene per il Paese: occorre cambiare l’interesse per il partito con quello per il Paese”. Addirittura, per consentire la navigazione del Governo Letta di larghe intese il leader del Pdl – tra gli applausi – ha affermato che il centrodestra resterà nel Governo ”anche se ci daranno calci negli stinchi. Non reagiremo alle provocazioni e ai falli che riceviamo – ha affermato – saremo capaci di non rispondere nell’interesse del Paese che oggi può uscire dalla crisi solo con uno sforzo congiunto. Questa è la missione che noi sentiamo di avere”.

Berlusconi, oltre a parlare dell’Imu, ha insistito sulla necessità di riformare Equitalia con la stessa iniziativa adottata da Alemanno, e di ridurre l’Irap ”che è una imposta rapina”.

Oltre alle riforme economiche il Cav ha battuto il tasto sul capitolo delle riforme costituzionali che devono prevedere, tra l’altro, ”il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio che deve poter cambiare i ministri”. ”Le riforme saranno di pertinenza del Senato, mentre i provvedimenti economici della Camera”, è stato infine lo schema delineato dal Cavaliere.