Alfano licenzia Monti: “Governo finito”. Bersani e Casini non ci stanno

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA
Angelino Alfano (foto Lapresse)

ROMA – Aria di consultazioni dal presidente della Repubblica ma la crisi per ora sembra evitata. Alfano, a nome del Pdl, ha dichiarato “conclusa l’esperienza di questo governo. Questo non ha nulla a che fare con la persona di Mario Monti, per il suo servire le istituzioni e con la sua lealtà alle forze politiche, e con noi in particolare”. Ma subito dopo ha aggiunto: ”Ieri non abbiamo votato la sfiducia” al governo ”perché avremmo causato l’abisso dell’esercizio provvisorio. Vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura” senza strappi e senza ”mandare le istituzioni e il Paese allo scatafascio”.

Le dichiarazioni di Alfano seguono il lungo incontro (tre ore) con il Capo dello Stato di venerdì mattina. Napolitano aveva già convocato, oltre ad Alfano, anche Casini e Bersani, le altre due gambe della strana alleanza giunta al capolinea. Una fine di legislatura, specifica Alfano, che dovrà svolgersi ordinatamente, senza “sfasci”, tanto è vero che ieri il Pdl non ha fatto mancare il numero legale, pur dissentendo e astenendosi, per non bloccare il decreto Sviluppo.

“Il Governo non ha avuto la forza di mantenere gli impegni presi sull’abuso delle intercettazioni e sulla responsabilità civile dei magistrati“, ha aggiunto Alfano durante la conferenza stampa indetta a fine colloquio. Dunque la giustizia al primo posto. Ma, già in clima elettorale, Alfano addossa le responsabilità maggiori all’anomalo compagno di viaggio governativo, il Pd, che avrebbe indotto il Governo a sbagliare.

“La campagna elettorale –  ha proseguito Alfano –  sarà fatta dicendo che voi non siete dei marziani (riferito al Pd, ndr.), avete governato per otto anni, governate nei comuni. Non vi consentiremo di sottrarvi alle vostre responsabilità. La cosa su cui ci impegneremo: noi non faremo riscrivere da voi la nostra storia anche perché quando scrivete la storia usate il bianchetto per le cose che non vi convengono e l’evidenziatore per quelle che vi convengono. Noi ci siamo e restiamo in campo”.

Quello che Bersani e Casini diranno a Napolitano lo si può dedurre dalle dichiarazioni fatte alla Camera. Casini: “Noi privilegeremo il dialogo con chi sostiene questo governo, lo abbiamo sempre detto e lo confermiamo: il banco di prova per noi parte da qui. Guai colleghi se cedendo al logoramento il governo si dovesse rassegnare a tirare a campare, non può diventare il parafulmine di giochi irresponsabili altrui”.

E Bersani: “La medicina per risolvere i mali dell’Italia non è Berlusconi. Oggi è venuta meno la speranza che il centro-destra italiano possa dare un mano al cambiamento del Paese. C’è l’amarezza per l’eterno ritorno di una strada che ci ha portato al disastro, mentre il Paese avrebbe un drammatico bisogno di una assunzione di responsabilità”.