Denunce, minacce, querele, tregue armate, dossier, contro-dossier: l’estate dei veleni all’interno del Pdl non vuol morire. L’ultimo caso è emblematico. Il Secolo, house organ di Gianfranco Fini, denuncia: il ministro Brambilla, invece di occuparsi dei pullman dei turisti, organizza torpedoni di fischiatori e contestatori da usare contro lo stesso Fini nel suo atteso discorso di Mirabello, in programma domenica. La Brambilla nega indignata e minaccia querele. Il Secolo ribadisce: “Abbiamo le prove”. E pubblica l’intervista a Vitale Mattera, militante Pdl, che racconta: “Ho ricevuto una telefonata da parte di Francesca Pascale (modella napoletana e consigliere provinciale per il Pdl, ndr), che mi chiedeva di organizzare un pullman di cinquanta ragazzi per andare a Mirabello domenica”.
Solo che la Pascale è una fondatrice dei comitati di supporto al premier “Silvio ci manchi””. Che ci “azzecca” con Mirabello? Risposta: “Esattamente per fischiare e contestare Fini nel momento del suo intervento”. E fa il nome della Brambilla. Per i finiani è la “prova regina”: una claque al contrario, un sabotaggio bello e buono i cui mandanti e organizzatori siedono nei banchi del Governo.
Fin qui la vicenda, l’ennesima battaglia di una guerra politica senza quartiere. Peraltro abbastanza stucchevole. Il dato interessante è la presenza attiva e in prima fila delle amazzoni del premier al combattimento. Folgorati dalle minacciose e efficientissime guardie del corpo di Gheddafi, eredi contemporanee delle mitiche guerriere in gonnella, non possiamo non cogliere la similitudine.
Della Brambilla conosciamo l’animo combattivo e ambizioso che, però, è quasi sempre oscurato dalla prepotenza con cui esibisce il suo indiscutibile fascino. Issata su tacchi di 11 centimetri, veste con disinvoltura scollature vertiginose e spacchi che non lasciano nulla all’immaginazione. Capezzoli in fuorigioco e mutandine di pizzo generosamente in mostra, ne completano il profilo seduttivo.
Meno conosciuta, nonostante uno sgomitare frenetico nel sottobosco televisivo e velinaro, è la bella Francesca Pascale, berlusconaiana “convinta e vaccinata”, come ci tiene a precisare. I maligni la inseriscono tra le “vergini date in pasto al drago”, quelle di cui parlava Veronica Lario. Le stesse del “ciarpame senza pudore” (stessa fonte) a proposito del fenomeno del salto alla politica attraverso l’esperienza di show-girl. Lei è diventata consigliere provinciale a Napoli, prima faceva la modella. E’ titolare della delega ai grandi eventi. Raduni, manifestazioni, pullman. Appunto.
Sfogliando il vasto curriculum della Pascale spicca il numero dei titoli raggiunti: Miss Passepartout, ha partecipato a Miss Grand Prix dove le hanno rubato la vittoria (motivi politici?), le selezioni di Miss Italia. Non sono passate inosservate alcune sue partecipazioni a TeleCafone. Poi l’università a Villa Certosa, a lezione dal Cavaliere. Quindi gli incarichi nel Pdl.
Una vera amzzone non si tira indietro se c’è da difendere l’onore del capo. La Brambilla può esserne fiera: la guardia femminile non teme niente e nessuno. Tutti in pullman col fischietto in bocca. O Mirabello o morte.