Berlusconi: “Le amministrative di Milano test per il Paese”. Nuovo attacco ai magistrati

Pubblicato il 17 Aprile 2011 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi tra i suoi sostenitori (foto LaPresse)

MILANO – Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi alla convention per Letizia Moratti del 17 aprile a Milano, ha parlato di elezioni amministrative: “Sono elezioni cittadine ma sono forse di più elezioni nazionali”.

Aprendo il suo intervento al Teatro Nuovo ha detto: “Il berlusconismo non è al tramonto, a Milano supereremo i 53 mila voti delle ultime elezioni. Noi abbiamo introdotto una nuova moralità in politica che è quella di mantenere gli impegni assunti con gli elettori. Una nuova moralità della politica che non significa solo non rubare”.

Il premier ha anche cantato ricordando così la sua vita in città e anche gli anni durante la guerra in cui è andato in Svizzera. Proprio lì ha detto che mamma Rosa gli faceva cantare quasi come un inno nazionale “Nustalgia de Milan”. “La conoscete?” – ha detto – intonandone le prime parole e facendole cantare a tutti.

Berlusconi ha poi rilanciato le riforme della giustizia, dell’architettura istituzionale e tributaria. Il premier ha ribadito che queste riforme sono possibili anche grazie all’uscita di Fini dalla maggioranza, accusando il leader di Fli di essere in combutta con le procure che tramano contro di lui.

Durante l’intervento Berlusconi si è rivolto ai giudici: “Avviso ai naviganti della Procura: la riforma della giustizia la faremo anche se faranno fuori Berlusconi, perché avremo sempre la maggioranza nel Paese. Ma anche questa volta – ha subito aggiunto – ci scommetto non ce la faranno a farmi fuori”. Poi ha confermato che la riforma della giustizia “non solo è indispensabile ma urgente”.

Il premier ha poi parlato nuovamente di un patto fra Gianfranco Fini e la magistratura, chiamato patto “sceleris”: “Voi mi proteggete, perseguite Berlusconi – ha spiegato il premier – è finche sarò presidente della Camera non passerà nessuna riforma che non mi piace”. Secondo il premier il patto prevede che una volta fatto fuori Berlusconi l’idea di Fini era quella di fare le riforme che convinceranno “la magistratura o non far nessun riforma”.

“Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate” – ha proseguito Berlusconi. “Tutte accuse infondate – ha ribadito –  l’ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e dei miei amatissimi nipoti”. È tornato a difendere le leggi che permettono al presidente del Consiglio di difendersi dal punto di vista legale una volta che ha finito di “occuparsi a tempo pieno degli interessi del Paese”.

Berlusconi ha poi criticato il fatto che queste leggi siano state bocciate da “questa Corte costituzionale”. “Il presidente – ha detto fra gli applausi – è stato dato in pasto ai pm della sinistra, soprattutto a quelli della Procura di Milano”.

“Una decina di volte su 26 – ha aggiunto – sono stato assolto con formula pienissima, le altre archiviato perché per fortuna la maggioranza dei giudici compie con onestà il proprio dovere. In conclusione del tema giustizia, Berlusocni ha detto che “l’abrogazione dell’immunità parlamentare è stato un errore gravissimo. Forse – ha aggiunto – è stato l’errore più grave delle precedenti maggioranze”.

Il Lapus. Mentre parlava di giustizia e ricordava che per 30 anni da imprenditore non è stato accusato di nulla, a Berlusconi è scappato un lapsus: ” E poi – ha aggiunto – sono diventato peggio di Al Capone”. Ha parlato delle oltre 2100 udienze che lo hanno riguardato “a cui qualche volta – ha spiegato – ho partecipato. E dove c’erano sempre i miei giudici pagati ovviamente da me”. Percepito il lieve imbarazzo del pubblico si è corretto dicendo “i miei avvocati. Adesso diranno – ha aggiunto – che c’è stato un lapsus freudiano di Berlusconi”.

L’attacco ai giornali. Berlusconi ha poi attaccato i giornali e le trasmissioni radio e tv che – dice – lo “azzannano” in continuazione. Il premier, dal palco del teatro Nuovo di Milano, se la prende con il “teatrino della politica” che favorisce questa situazione. E porta un esempio citando il caso di Angelo Rizzoli per parlare di “ciò che sono capaci di fare alcuni pm della procura di Milano. Non possiamo più sopportarlo – ha aggiunto – e non lo sopporteremo. Cambieremo la situazione è approveremo la riforma costituzionale per la giustizia in Italia”.

A proposito della sinistra, Berlusconi ha detto: “La sinistra ha tentato, tenta e tenterà una nuova eversione cercando di dare una spallata al governo eletto dagli italiani come hanno tentato di fare con la diaspore di Fini cercando di farci perdere la maggioranza contro il voto degli italiani. Ci hanno provato il 14 dicembre, gli è andata male, ma per fortuna alcuni deputati che venivano dalla società civili dopo aver conosciuto i sistemi comunisti hanno deciso di dare alla terza gamba della maggioranza dandoci una nuova maggioranza più esile nei numeri ma più coesa”.

Poi ha attaccato un nemico storico: “Ho evitato che il signor De Benedetti, tessera numero uno del Pd, mettesse le mani sulla Mondadori“. Dopo ha usato l’ironia per ripetere che serve la riforma costituzionale perché adesso il potere è diviso fra Camere, Consulta e Presidente della Repubblica. “Quando dicono che sono l’uomo più potente d’Italia – ha spiegato il presidente del Consiglio – dicono una bugia, a meno che non si riferiscono ad altre potenze… tutto ciò che vi passa per la mente corrisponde al vero”.

A proposito invece della famiglia, il capo del Pdl,  capolista del Pdl alle Comunali, è arrivato al teatro Nuovo tra gli applausi della platea mentre risuonava la canzone “Meno male che Silvio c’e”. Berlusconi ha detto: “Amo tantissimo la famiglia, nonostante quel che dice Bersani, talmente tanto che ne ho due”, aggiungendo che le sue due famiglie gli hanno “dato grandi soddisfazioni: ho cinque figli uno più bravo dell’altro e anche cinque nipoti. Ne mancano sei e poi è la squadra del Milan”.

Oppure, altra battuta e barzelletta, sui cugini dell’Inter: £A me piace molto Mourinho. Mi piace molto – ha aggiunto – quando dice ‘tituli ziru'”.

Il presidente ha detto ha scherzato anche sul telefonino: “A Milano non ci sono più i negozi di una volta, non c’è più quello dove si compravano le meringhe per la mamma, ora c’è un negozio della Tim ma io non ci vado perché al presidente del Consiglio è vietato avere il telefonino perchè sono controllato da tutte le procure d’Italia. Sono tornato a scrivere le lettere d’amore”. Aggiungendo: “Le intercettazioni sono immonde, non sono daStato libero. I cittadini sono controllati, per questo va fatta la riforma”.

Berlusconi lascia tra applausi e contestazioni. “Eversivo, eversivo”, “Silvio, Silvio”: mentre Silvio Berlusconi lasciava il teatro sono partiti i cori di opposte fazioni, dei suoi fan e di contestatori. “Basta impunità, basta leggi su misura”, era uno dei cartelli che hanno sventolato diverse persone che chiedevano a Berlusconi di farsi processare elencando i nomi di giudici uccisi come Alessandrini e Bachelet. Dall’altro lato, invece hanno inneggiato al premier i suoi fan che agli altri hanno gridato di “andare a lavorare”. Silvio Berlusconi è subito salito in macchina e se ne è andato.

Il commento di Giuseppe Valditara, senatore Fli e coodrinatore regionale della Lombardia:  “Splendido intervento da cabaret, credo che il pubblico si sia molto divertito, peccato non abbiano fatto pagare il biglietto. Così avrebbero potuto contribuire alle spese elettorali milionarie del candidato Moratti. Non è con il cabaret che si risolvono i problemi di Milano e del Paese”.