ROMA – Berlusconi presenta il conto: una manovra da 45 miliardi di euro in due anni. Ovvero: per ripareggiare i conti entro il 2013 il governo ha bisogno di molto più dei 20 miliardi di cui si era parlato finora, gliene servono 45. Su come Berlusconi intende trovare questi soldi sarà notizia che apprenderemo solo in serata, quando il Consiglio dei ministri approverà il decreto con tutte le misure anticrisi. Per ora dice che il governo intende varare una ”manovra per aggiuntivi 20 miliardi per il 2012 e di 25 miliardi nel 2013”.
Insomma i prossimi due anni saranno ancora più duri di quelli precedenti: una manovra da 45 miliardi che si va ad aggiungere a quella già in vigore. Stasera poi ci sarà la sorpresa: sarà a quel punto che scopriremo dove ci verranno a “prelevare” questi 45 miliardi. Dalle pensioni? Dalle rendite? Dalla casa? Dal lavoro? Presumibilmente da tutte queste voci di bilancio. E difatti Berlusconi, dopo averci presentato un conto vuoto, in cui si legge solo il totale, inizia a rivelarci alla spicciolata anche tutti i “prelievi”. E in realtà conferma le voci che si sono susseguite in questi giorni: una tassa sui redditi medio-alti, innalzamento dell’età pensionabile, tasse sulle rendite finanziarie… E poi annuncia tagli ai costi della politica.
”Aggrediremo anche i costi della politica – promette – 14-15 misure per ridurre i costi della politica, con tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 miliardi nel 2013”. Quindi conferma: ci sara’ una ”imposta di solidarieta”.
Al resto ci pensa Tremonti che spara le ultime cartucce e annuncia: per trovare i soldi ”ridurremo le province” e ”accorperemo i comuni”. Poi continua: tra le misure anticrisi previste dal governo c’è anche l’ipotesi di ”anticipo del federalismo fiscale”.
Tremonti aggiunge che per raggiungere il pareggio di bilancio e’ necessario un ”taglio ai trasferimenti” a regioni e enti locali attraverso una ”riduzione di 6 miliardi per il 2012 e di 3,5 nel 2013”. Il ministro ha ottolineato che ”il comparto della sanità e’ fuori da queste cifre” e che ”il taglio di 6 miliardi è uguale ai tagli per 6 miliardi previsto per i ministeri”. Infine, Tremonti ha detto che ”per le regioni il taglio è di un miliardo”. Tra le misure anticrisi, dice inoltre Tremonti, sono previste anche ”liberalizzazione dei servizi pubblici locali” e ”incentivi alle privatizzazioni”.
A stretto giro arriva però la bocciatura da parte delle Province: la manovra è ”iniqua e incide sul percorso di federalismo fiscale e non guarda alla ripresa”, lo afferma il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, al termine dell’incontro con il governo, chiarendo che il giudizio delle Province e’ ”completamente negativo” perche’ la manovra e’ ”assolutamente depressiva”.
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