Berlusconi all’attacco: “Pm spioni e Fini all’1,6%”. La replica: “Noi allo 0,01%”

Pubblicato il 6 Febbraio 2011 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I giudici e Gianfranco Fini: sono questi i due obiettivi principali presi di mira da Silvio Berlusconi nel suo discorso ai Promotori della Libertà. Il presidente del Consiglio se la prende in primis con i pm, rei, a suo giudizio, di intromettersi nella vita dei privati: “Mentre da noi alcuni magistrati perseverano nell’intromettersi illegittimamente nella vita dei cittadini e certi giornali sembrano concentrati a guardar nel buco della serratura, nel mondo e precisamente alle nostre frontiere stanno avvenendo dei cambiamenti epocali”.

Poi la stoccata all’ex alleato. Fini “è passato all’ opposizione e si è alleato con la sinistra tradendo il voto degli elettori, consegnandosi così ad un futuro che gli esperti valutano appena all’1,6%”. Su questo passaggio Fini ha risposto ironicamente: “Tranquillo Berlusconi, i sondaggi ci danno allo 0,01%”.

Berlusconi ha poi spiegato che l’Italia “ha bisogno di stabilità, di governabilità, cioè di un governo capace di governare e di realizzare le riforme che sono necessarie. Questo è tanto più necessario in un momento di perduranti difficoltà dell’economia e di gravi rivolgimenti a livello internazionale”.

Anche su questo punto la risposta di Fini non si è fatta attendere: “Non c’è possibilità di fare delle riforme condivise”.

Berlusconi ha proseguito sulla necessità che l’esecutivo porti a compimento il proprio mandato: “Se andassimo a nuove elezioni, ad un nuovo governo si ripresenterebbero gli stessi problemi di oggi, per di più aggravati da una lunga e feroce campagna elettorale”. “Abbiamo quindi – ribadisce – il dovere di continuare a governare qui e ora”.

Un altro passaggio è stato dedicato al federalismo, che secondo il premier è in dirittura d’arrivo: “Il Governo ha fatto un ulteriore passo in avanti nell’approvazione del federalismo fiscale, approvazione che completeremo in Parlamento nel pieno rispetto delle procedure previste dalla stessa legge di riforma (e delle indicazioni del Capo dello Stato). Si tratta di un risultato estremamente positivo, di una riforma fondamentale per rendere l’Italia più moderna e efficiente”.