Berlusconi bacchetta lo staff di Napolitano: “Controllano anche gli aggettivi”

Pubblicato il 11 Aprile 2010 - 15:19| Aggiornato il 12 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi al Forum di Confindustria a Parma è andato a ruota libera. Dalla crisi economica, rifiutando il declino del paese, alle riforme con le “tantissime realizzazioni del governo del fare, che solo a leggerle tutte ci si annoia”. Ma in primis c’è il presidenzialismo con il rafforzamento dell’Esecutivo che “oggi non ha nessun potere”. Berlusconi si lamenta quindi dei suoi scarsi poteri ricordando come “ogni provvedimento che esce dal Consiglio dei ministri debba poi essere sottoposto al presidente della Repubblica e al suo staff, che controlla minuziosamente anche gli aggettivi”.
Una frase che, a detta degli uomini del Cavaliere, non andrebbe intesa contro Napolitano, con il quale anzi “i rapporti sono eccellenti”. Ma che al Colle non è piaciuta affatto: “Non è la prima volta che lo dice e non sarà l’ultima. Certo, stupisce il momento”. La novità è che il premier spedisce in fondo alla lista delle cose da fare la riforma della Costituzione, mettendo in vetrina la riforma fiscale. La riforma istituzionale, annuncia infatti dal palco, “non so se sarà la prima in ordine di tempo, forse la posticiperemo alle altre. Non è un grave problema”.
Ma “piè veloce” Calderoli ha già portato la bozza a Napolitano, gesto che il premier giudica una “cortesia al presidente della Repubblica di portargli una prima bozza di cui aveva sommariamente discusso con me, ma state sereni, di questa riforma della Costituzione discuteremo in tante sedi. Ci metteremo tutto il buon senso necessario, con l’apertura più totale ad ascoltare tutte le voci”.
I rapporti tra il presidente del Consiglio e il Quirinale “sono buoni” e i contatti tra il Colle e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta seguiti alle frasi pronunciate da Silvio Berlusconi davanti agli imprenditori di Confindustria, sono “contatti ordinari tra istituzioni”. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un’intervista al Corriere della Sera, ridefinisce le dimensioni delle polemiche sollevate dalle parole di Berlusconi a Parma. Per Frattini “bisogna andare al di là delle frasi pronunciate e cogliere il senso politico che c’é dietro”.
Il “senso politico” a cui fa riferimento il capo della Farnesina sta nella “volontà di far funzionare come si deve l’esecutivo, finora bloccato da un meccanismo farraginoso che indebolisce i poteri – aggiunge Frattini – E credo che Napolitano lo abbia perfettamente capito. Come ha capito lo spirito che anima il governo nell’intraprendere la via delle riforme”. Le tappe per attuare le riforme, secondo Frattini sono: una riunione del Consiglio nazionale del Pdl, un primo testo da sottoporre all’opposizione frutto del lavoro del Consiglio dei ministri e “alla fine di questo iter, Berlusconi andrà al Quirinale”.
Nessuna frizione, dunque, secondo Frattini che giudica la questione degli “aggettivi”, solo “il frutto di un pensiero portato avanti coerentemente da Berlusconi da tempo: l’obiettivo é quello di rafforzare i poteri del governo, soprattutto quelli decisionali”. Questo, il primo pilastro delle riforme, accanto al quale c’é il federalismo.