Bocchino nella tana del lupo: voci di un incontro con Berlusconi per il “bis”

Pubblicato il 8 Dicembre 2010 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Il countdown segna meno sei giorni al giorno del giudizio per il governo e Silvio Berlusconi si gioca tutto per rimanere a Palazzo Chigi, mediando anche con i finiani. I retroscena di corridoio del partito raccontano di un incontro con Italo Bocchino nelle stanze di Palazzo Grazioli: a discutere oltre al Cavaliere e al capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera sembra ci fossero anche Gianni Letta e Angelino Alfano, rispettivamente sottosegretario alla presidenza del Consiglio e ministro della Giustizia, fedelissimi del premier.

Anche se Bocchino ha prontamente smentito l’incontro, sul tavolo della trattativa dovrebbe esserci la garanzia di continuità per il presidente del Consiglio, un Berlusconi bis insomma. Lo schema che si prospetta sarebbe in tre tappe, secondo quanto scrive La Stampa: crisi lampo e pilotata con allargamento ai centristi e nuova legge elettorale, ma con l’assicurazione scritta per il premier di essere reincaricato dopo le sue dimissioni.

E secondo le regole di una partita che a guardare i retroscena sembra già scritta dovrebbe presto essere presentato un documento dei parlamentari di Fli, cui seguirebbe a ridosso della fiducia del 14 dicembre un’apertura di Berlusconi.

Se Gianfranco Fini aveva detto che non ci sarà un “ribaltone”, dal salotto di Ballarò ha mandato un messaggio chiaro: «Bisogna voltare pagina per ridare al Paese un governo che governi». Il leader sarà Berlusconi? «Il problema non è chi sarà alla guida, ma cosa vorrà fare. Il nuovo governo dovrà aprire una fase politica nuova, con una nuova agenda economica per contrastare la crisi. E con una maggioranza allargata alle forze che tradizionalmente hanno operato nel centrodestra e a tutti i moderati». Secondo Fini, «Berlusconi è buona parte del problema. Nella nuova area dei moderati ci sono soprattutto uomini che hanno collaborato con lui: dovrebbe chiedersi perché lo hanno lasciato. Forse è lui che sta fra i moderati più con le intenzioni che con i fatti». Fini esclude che il premier possa ottenere la fiducia alla Camera, «ma anche se dovesse avere uno o due voti più dei suoi oppositori guiderebbe un governo del tirare a campare».

Per il Berlusconi poi c’è l’Udc da gestire. Il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini di Berlusconi bis sembra proprio non voglia parlarne. Eppure, ricorda la Stampa, se c’è una cosa che li accomuna è che entrambi non vogliono le elezioni, ma come evitarle poi li divide.

Che ne sarà allora dei primi vagiti del Terzo Polo e dell’intesa tra Fini e Casini? Per i centristi non c’è niente da temere, ma c’è chi pensa che il leader Fli voglia trattare da solo. In ogni modo Berlusconi è convinto che il 14 dicembre avrà la fiducia, perché per lui i numeri stanno dalla sua parte.

La stessa sicurezza la mostrano Casini, Fini e Tanoni dei Liberaldemocratici che ieri si sono incontrati per fare il punto della situazione. Sono convinti di avere 318 voti alla Camera, perché hanno recuperato Catone nel Fli e forse anche Calearo.

Unica incognita per Berlusconi resta Umberto Bossi: se il governo non dovesse avere la maggioranza i leghisti potrebbero mettersi di traverso e quindi non resterebbe che andare ad elezioni.