Berlusconi: “Sono il presidente più amato d’occidente”. Con Bersani niente confronto tv

Pubblicato il 21 Marzo 2010 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Il giorno dopo il corteo del Pdl a Roma Silvio Berlusconi non entra in prima persona nella guerra dei numeri. Parlando da Bologna, dove è intervenuto  in sostegno della candidata alla presidenza della Regione Anna Maria Bernini,  il presidente del Consiglio ha spiegato: «In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare, io non voglio entrare nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e la qualità di queste persone, mi ha riscaldato il cuore».

Numeri del corteo no, numeri del consenso sì. Berlusconi, infatti, in conferenza stampa sottolinea nuovamente il suo essere il presidente “più amato” d’occidente: «A chi parla di declino di Berlusconi, dico solo che dopo le elezioni avevo il 68% del consenso, adesso sono sceso al 61%, mentre Sarkozy è al 32%, la Merkel al 40% e Obama al 42%: io sono il recordman delle democrazie occidentali, come si può pensare che un leader al 61% sia in declino?». 

Berlusconi, però, rifiuta il confronto diretto con Bersani prima del voto: «Non credo opportuno arrivare ad un confronto televisivo con il capo dell’opposizione, perchè le sue dichiarazioni quotidiane nei nostri confronti ci hanno fatto perdere fiducia che si possa arrivare ad un interscambio produttivo e basato sulla realtà». Berlusconi è anche risentito per le dichiarazioni del leader del Pd subito dopo il corteo di sabato 20 marzo: «Non mi dispiace essere definito un capopopolo». «Il Popolo della libertà – ha detto Berlusconi – è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire, abbiamo fatto nascere questa formazione in un anno e abbiamo vinto tutte le elezioni. Le differenze di vedute sono una ricchezza che ci arricchiscono, purchè non diventino sterili contrapposizioni: in quel caso sarebbero una malattia».

Sullo specifico di Bologna, dove qualche tempo fa si è dimesso l’ex sindaco Flavio Delbono, il premier spiega: «Io non ho nulla in contrario ad elezioni anticipate in autunno al comune di Bologna. Da parte mia non c’è nessun problema, anzi io propendo per una anticipazione del voto». Berlusconi ha così aperto alla possibilità di un’anticipazione del voto, che potrebbe consentire a Bologna di votare in autunno invece a primavera del 2011, ipotesi alla quale si è sempre detto contrario il Pdl. Per Berlusconi, a Bologna e in tutta l’Emilia Romagna c’è una situazione «contraria alle democrazie occidentali». Secondo il premier, infatti, in Emilia manca «il patto fondamentale dell’alternanza degli uomini». L’alternanza, ha continuato, «è un fatto imprescindibile per un servizio ben dato al cittadino». Per questo, ha aggiunto, «le regioni rosse non devono essere chiuse al buon senso e al cambiamento».

Sulle Regionali Berlusconi esorta nuovamente gli elettori del Pdl a non disertare le urne: «Astenersi significa dare un voto alla sinistra». Per Berlusconi quello del calo di affluenza è, però, «certamente un pericolo che esiste». Quindi, a suo giudizio, «è obbligatorio e doveroso dare il voto a Lega Nord e Pdl visto quello che fa la sinistra».

Non manca, neppure da Bologna, il classico attacco all’informazione. Secondo Berlusconi «giornali e tv sono stati intasati da una gragnuola di inchieste della magistratura che ha dettato i temi della campagna elettorale». Il premier ha ricostruito, passaggio per passaggio, tutte le inchieste giudiziarie che hanno riguardato il centrodestra negli ultimi mesi. «Per questo ho deciso di dare una mano anche io, per rompere la cortina degli attacchi elettorali. La nostra patologia più grave è avere una corrente della magistratura che utilizza il diritto a fini politici di lotta».