E Berlusconi, occhi al cielo, la degradò: “Signora Carfagna”

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 15:34 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Carfagna nel maggio 2008

E Berlusconi levò gli occhi al cielo in favore di telecamera. Era sabato 20 novembre ed era a Lisbona, ma quegli occhi al cielo del premier vanno ricordati. Dicevano, volevano dire: roba da matti. Roba da matti questa storia della Carfagna. Da matti che fosse accaduta e ancora più da matti che qualcuno vi desse peso. Roba da matti che i giornali ci facessero titoli, roba da matti che lui dovesse occuparsene. Occuparsi della “signora Carfagna”. Improvvisamente e drasticamemte nelle parole del premier il ministro era stato retrocesso a “signora”. Quelle due parole accoppiate, “signora Carfagna” erano insieme il segno dell’espulsione dal cuore e dal novero delle persone e dei problemi seri. “Signora Carfagna” era il modo per cacciarla fuori dal paradiso. Lei i suoi problemi. Quel che il solerte La Russa seduto al fianco di Berlusconi battezzava “de minimis”.

Ricordare quegli occhi di premier rivolti al cielo perchè nel gesto c’è metodo e merito. Il metodo: se fai un passo fuori dal cerchio magico, allora la tua identità scolora e degrada. Il Giornale aveva titolato: “Capricci di Mara”, Libero titolerà “Mara…Meo”. In mezzo ai due titoli Berlusconi piazzava quel “signora Carfagna”. Cioè un ministro del culto berlusconiani “spretato”, sospeso “a divinis” dal sommo pontefice del culto. Non solo o con me o contro di me, ma anche e soprattutto: contro di me non  vali più una lira.

E il merito? La Carfagna ha detto e gridato che in Campania c’è nel Pdl “guerra tra bande”. Che si rischia di non fare mai i termovalorizzatori di Salerno e Caserta, che il capo del Pdl il Campania, Cosentino, è uomo inaffidabile. Berlusconi non ha sentito il bisogno di un supplemento di indagine e riflessione sul suo partito in Campania. Non ha adottato il metodo del confronto, del dubbio, di quello che accerta, si interroga, si documenta e fa da arbitro. Non si è allarmato o preoccupato per la prospettiva, reale o esagerata che fosse, di non risolvere mai il problema dei rifiuti in Campania. Senza esitazioni e senza perdere tempo, tranne quello di una telefonata in cui ha ricordato alla Carfagna di “averla creata lui”, Berlusconi ha dato soddisfazione e ragione a Cosentino. Quel Cosentino che si è dovuto dimettere dal governo in quanto raggiunto da una richiesta d’arresto della magistratura per legami d’affari con l’ambiente dei “casalesi”. Dicono che Cosentino avesse in mano i voti di una pattuglia di parlamentari, che abbia fatto presente al premier che se gli toglievano di mano i termovalorizzatori, quei parlamentari non votavano la fiducia. Forse vero, forse falso. Certo è che Berlusconi non ha spedito commissari ad accertare, arbitri a decidere. Ha scelto d’istinto, se non per calcolo, Cosentino e “quel” Pdl. E delle obiezioni, degli argomenti veri o gonfiati, genuini od obliqui, della Carfagna ha fatto un fascio e li ha chiamati: “Tradimento”.

Non demonizzare il premier è uno dei primi comandamenti per non perdere la bussola e l’orientamento nella politica italiana. Però tra il non demonizzare e l’angelicare c’è di mezzo il mare. Per mezzo secolo ad esempio fu rimproverato e rinfacciato a Palmiro Togliatti di aver definito “pidocchi nella criniera del destriero” alcuni comunisti che indicavano una possibile deriva del Pci in senso autoritario. Ora Berlusconi degrada a “signora Carfagna” un ministro che indica una possibile deriva clientelare e forse peggio del Pdl in Campania. “Signora Carfagna” cui si può rispondere solo con gli occhi al cielo in pubblico e la parola “tradimento” in privato. Anche Berlusconi scuote via dalla sua criniera, anzi aureola, i fastidiosi parassiti. C’è del metodo e , soprattutto, c’è il merito del gesto: quella del Pdl onesto è una questione “pidocchiosa”.

A Napoli il 22 novembre ci sono tremila tonnellate di immondizia per strada, Napolitano toglie ogni avallo al governo (“Mai visto quel decreto sui rifiuti”), l’Europa dopo ispezione sul posto denuncia: “E’ come due anni fa”. Come prima del miracolo berlusconiano della sparizione dei rifiuti. Ma, se glielo domandate in conferenza stampa, Berlusconi alzerà gli occhi al cielo.