Berlusconi-Sabina Began: casa dell'”Ape regina” e il rischio vendetta

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Marzo 2014 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Sabina Began

Sabina Began

ROMA – Quell’appartamento da 1,2 milioni, in centro a Roma, regalato a Sabina Began sarà al centro delle domande dei magistrati di Bari a Silvio Berlusconi.

L’ex premier sarà infatti ascoltato come teste nel processo barese sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini alle feste romane di Berlusconi. E l’aria di questo processo rischia di essere assai diversa da quella del processo milanese.

Su, al nord, le “Olgettine” hanno sempre negato che ci fosse un giro di prostituzione, di soldi in cambio di sesso, solo tanta allegria e aiuti economici dati per bontà d’animo. E su, a Milano, i magistrati hanno aperto il “Ruby ter”: un’inchiesta parallela al celebre processo per corruzione in atti giudiziari. L’ex premier è indagato, insieme ai suoi avvocati e alle Olgettine, perché in sostanza dietro i silenzi delle ragazze ci sarebbero somme di denaro.

E poi c’è il processo di Bari. Sabina Began, l'”ape regina”, ex attrice molto vicina a Berlusconi, è indagata per favoreggiamento della prostituzione. Secondo l’accusa avrebbe quindi inviato ragazze (pagate) alle feste di palazzo Grazioli come di Villa Certosa per il piacere di Berlusconi. Berlusconi dovrà spiegare come mai abbia negli anni regalato una casa e disposto vari bonifici alla donna. Ma il clima barese rischia di essere diverso: il sospetto dei pm è che i soldi alla Began fossero un modo per indirizzarne i racconti. Ma le ragazze di quel giro, magari per vendetta personale, potrebbero aver voglia di raccontare dettagli scomodi.

Spiega il Corriere della Sera:

Ma dovrà soprattutto spiegare per quale motivo abbia regalato a Sabina Began un appartamento in via Baccina, al centro di Roma, pagato circa un milione e 200mila euro. A Bari l’«Ape Regina» è accusata di favoreggiamento della prostituzione per aver procurato le ragazze da portare alle cene di palazzo Grazioli oppure a Villa Certosa in Sardegna. E ieri, con una mossa a sorpresa, il pubblico ministero Eugenia Pontassuglia ha deciso di depositare quell’informativa della Guardia di Finanza che elenca i versamenti effettuati dall’ex presidente del Consiglio attraverso svariati bonifici, proprio mentre era in corso l’indagine sulle escort. Lanciando così un segnale chiaro sulla piega che potrà prendere il processo.

Erano stati gli accertamenti del Nucleo valutario ad evidenziare il ruolo di Berlusconi rispetto all’acquisto della casa. Ricostruendo, dopo l’arrivo di una «segnalazione di operazione sospetta» dalla Banca d’Italia, il percorso dei soldi. Il rogito fu firmato nell’estate del 2011, proprio nello stesso periodo in cui l’imprenditore Gianpaolo Tarantini e il faccendiere Walter Lavitola venivano arrestati per ordine dei giudici di Napoli con l’accusa di aver ricattato il premier. L’esito di quelle verifiche patrimoniali è ora a disposizione dei giudici. Protesta l’avvocato Fabrizio Siggia, difensore della donna, dichiarando che «questa documentazione non ha alcuna attinenza con il processo». Ma