Mediaset, Berlusconi: “I giudici mi fanno la guerra, il Cdm è un legittimo impedimento”

Pubblicato il 1 Marzo 2010 - 21:44 OLTRE 6 MESI FA

La doccia fredda del no del tribunale di Milano al legittimo impedimento invocato da Silvio Berlusconi per l’udienza del 1 marzo del processo Mediaset era da poco arrivata. Ma il premier, in Consiglio dei ministri, ha preferito non manifestare tutto il suo disappunto. Troppo vicini i rilievi del Quirinale sul possibile conflitto tra istituzioni, dopo l’accusa lanciata venerdì 26 febbraio da Torino dal Cavaliere ai magistrati “talebani”. Così è toccato al Guardasigilli Angelino Alfano lamentarsi con i colleghi per il rifiuto dei giudici di Milano di considerare come legittimo impedimento per il premier la seduta odierna del Cdm.

Berlusconi, in un gioco delle parti probabilmente concordato con il suo ministro della Giustizia, si è limitato a dire “hai perfettamente ragione” al termine della lunga recriminazione di Alfano nei confronti dei giudici di Milano. Ma poi, con le diverse persone che lo hanno sentito, Berlusconi non si sarebbe trattenuto. Quella di oggi è l’ennesima dimostrazione, avrebbe ragionato, che c’è una guerra nei miei confronti, i giudici devono trovare sempre un modo per attaccarmi e lo fanno ormai da anni. Come è possibile non considerare il Consiglio dei ministri causa di legittimo impedimento? Si sarebbe chiesto il Cavaliere lasciando che, per tutto il resto della giornata, a parlare fossero gli uomini a lui più vicini.

Così Piero Testoni parlava di «una insensibilità che sconfina nell’arroganza da parte dei giudici», il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto di«permanente uso politico della Giustizia», il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, di «caso di ordinaria faziosità, persecuzione e pregiudizio verso Berlusconi». Mentre Sandro Bondi si chiedeva se «dopo che i giudici di Milano pretendono di decidere se e come il Cdm debba riunirsi siamo ancora in democrazia».