Berlusconi condannato: 5 ipotesi per salvarlo

Pubblicato il 6 Agosto 2013 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi condannato: 5 ipotesi per salvarlo

Berlusconi condannato: 5 ipotesi per salvarlo

ROMA – Berlusconi condannato: 5 ipotesi per salvarlo. Sono cinque gli scenari possibili per consentire l’agibilità politica di Berlusconi, cinque ipotesi di lavoro che rinviano alla responsabilità di Capo dello Stato e Parlamento, dalla commutazione della pena a una norma interpretativa sul decreto Monti-Severino per non far decadere il leader del Pdl da senatore ed evitandogli l’ineleggibilità, fino all’amnistia e passando per la verifica delle condizioni perché gli sia concessa la grazia o giunga un nuovo provvedimento di indulto.

La pena e il “metodo Sallusti”. Una ipotesi di salvataggio guarda al precedente con cui il Presidente della Repubblica commutò la pena definitiva di 14 mesi di reclusione in un ‘ammenda di 15.325 euro, in  base all’articolo 87 della Costituzione. Varrebbe comunque solo come alternativa agli arresti domiciliari e all’affidamento ai servizi sociali. Resterebbe la decadenza da senatore e l’ineleggibilità per il doppio degli anni di pena (6 anni). A meno che non venga commutata non solo la pena principale ma anche quella accessoria come previsto dall’articolo 174 del codice penale.

La grazia. E’ una prerogativa del Capo dello Stato ma è una strada davvero strettissima, forse impraticabile. Ostano la circostanza che un provvedimento di grazia poco dopo la sentenza definitiva sarebbe considerato una sorta di quarto grado di giudizio e il fatto che Berlusconi è imputato in altri processi. In più, la grazia non estingue la pena accessoria, cioè non lo mette al riparo dall’espulsione dal Parlamento e non potrebbe ricandidarsi.

Da quando parte la incadidabilità? Con la legge Monti-Severino perde sia il seggio che i requisiti per candidarsi alle elezioni. Tuttavia, due diverse scuole di pensiero interpretano la regola su un punto dirimente, il momento che bisogna considerare valido per applicarla. Costituzionalisti come Guzzetta e Armaroli sostengono che Berlusconi non rientra in questa norma perché questa non può applicarsi a reati commessi prima dell’entrata in vigore della legge. Onida e Capotosti replicano che la norma va riferita alla sentenza e non al reato. Tuttavia, se il Parlamento delibererà in proposito in autunno, ci sarebbe, teoricamente, una finestra utile per modificare la legge Monti-Severino stabilendone la irretroattività.

Amnistia e indulto. Non è è più responsabilità del Capo dello Stato, serve una maggioranza parlamentare di due terzi. Il vantaggio è che l’amnistia estingue pena e reato. L’ostacolo, che appare insormontabile, è che il Parlamento dovrebbe cancellare con un tratto di penna i delitti puniti da uno a sei anni, cioè un tana liberi tutti anche per reati giudicati di grave allarme sociale. Anche l’indulto presenta diverse criticità: il Parlamento potrebbe anche votarne un altro, ma le pene accessorie resterebbero sebbene Berlusconi eviterebbe domiciliari e  servizi sociali. C’è da dire, che qualora venisse nuovamente condannato in via definitiva verrebbe meno il beneficio dell’indulto che gli ha ridotto la pena da 4 a 1 effettivo.

Riforma della Giustizia. Nessuna delle proposte di riforma in campo, neanche quelle dei saggi nominati da Napolitano hanno diretta influenza sul caso Berlusconi, a meno che nel dibattito non venga ripescata la vecchia autorizzazione a procedere.