Berlusconi condannato, Giuliano Ferrara: “Vergogna, ora tutti in piazza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Giugno 2013 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi condannato, Giuliano Ferrara: "Vergogna, ora tutti in piazza"

Berlusconi condannato, Giuliano Ferrara: “Vergogna, ora tutti in piazza” (Foto Lapresse)

ROMA – ”Si tratta di una sentenza vergognosa, che affligge la giustizia italiana e la rende simile a quelle afghane o iraniane. All’ordine del giorno c’era la pronuncia su una questione culturale e morale che sta alle radici degli ultimi vent’anni di vita pubblica in Italia”. Così, intervistato dal Messaggero, il direttore del Foglio Giuliano Ferrara commenta la sentenza sul caso Ruby e invita alla manifestazione per martedì pomeriggio a Roma.

”Stiamo parlando di un processo politico, mediatico e giudiziario – aggiunge. – Le cose si rincorrono. C’è chi ha una antica aspirazione: far fuori Berlusconi con i processi e non con il voto dei cittadini; c’è chi ha un’altra e parimenti antica aspirazione: affermare il proprio potere sull’opinione pubblica attraverso il rilancio del neo-moralismo puritano; c’è chi ha infine l’antica aspirazione di distruggere quello che considera l’erede di Craxi e l’arcinemico della giustizia politica”.

”A mio avviso – prosegue – i veri nemici del governo stanno con Pier Luigi Bersani. Sono quelli che il governo di Enrico Letta l’hanno subito. Un esecutivo voluto da Napolitano, voluto da Berlusconi, voluto dalle persone serie che in Italia, quando si occupano di politica, lo fanno mettendo in cima a tutto l’interesse comune. Non vedo Berlusconi come uno che rovescia il tavolo e fa dei colpi di pazzia perché è di cattivo umore”.

”I giornalisti esteri intervistati davanti al Tribunale di Milano quando si parla di Berlusconi fanno un parallelo con Clinton e Lewinsky. Dovrebbero invece parlare di Dominique Strauss Kahn: a New York il procuratore d’accusa (il Boccassini di New York), si è trovato di fronte a una parte lesa che accusava in modo immediato e circostanziale. Eppure Strauss Kahn non è andato neppure a processo perché la testimone, la cameriera che accusava di sesso ‘predatorio’ un grande uomo del potere internazionale, è stata giudicata inadatta a sostenere un’accusa nel processo per le contraddizioni della sua vita precedente”.

”Insomma – ha aggiunto – nel processo Ruby non c’è la parte lesa, non c’è l’accusa di sesso predatorio, non c’è da parte dei funzionari della questura di Milano l’accusa di essere stati costretti a fare cose che non erano nei loro doveri di ufficio. C’è una raccomandazione benevola fatta al telefono dal dottor Berlusconi e una storia di cene un po’ boccaccesche che, una volta scoperte dalla stampa e dall’opinione pubblica, potevano prevedere un comportamento diverso da parte di Berlusconi, che poteva certamente dimettersi chiedendo scusa agli italiani. Che c’entra questo con una condanna a 7 anni di reclusione e con la volontà di risolvere il problema politico di Berlusconi con una interdizione perpetua?”.