Berlusconi attacca la Costituzione, l’opposizione: “Parole da dittatore”

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi all'assemblea di Confartigianato

Un nuovo attacco alla Costituzione: “Fare leggi tenendo conto della Costituzione è un inferno”. Queste parole di Berlusconi, pronunciate all’assemblea di Confartigianato, hanno scatenato le reazioni dell’opposizione.

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “A Berlusconi dico: tu hai giurato su Costituzione, se non ti piace vai a casa. La realtà è che Berlusconi fa sempre così quando deve deviare l’attenzione da ciò che lo preoccupa di più: in questo momento con la manovra chiude con il tempo delle favole e questo a lui pesa perché questa nota Apicella non gliel’ha data”.

“Oggi Silvio Berlusconi è arrivato a contestare addirittura la nostra ‘architettura costituzionale’. E’ il più radicale attacco alla nostra Carta che sia mai stato pronunciato da un uomo di governo dal ’48 a oggi”. Lo afferma il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che sottolinea come “Berlusconi non contesta una o più norme della nostra Costituzione. Non sostiene che essa sia da aggiornare in alcune sue parti”. “Oggi – osserva Zanda – ha fatto sapere al Paese che a lui non va bene l’intera architettura costituzionale. Torno a ripetere: fino a quando l’Italia dovrà sopportare l’eversione al governo?”.

Secondo Antonio Di Pietro, Idv:  “Berlusconi, affermando che le regole della Costituzione sono un impedimento a governare, è in linea con il suo personaggio e le sue idee. Infatti, solo nei modelli fascisti si può fare a meno delle regole costituzionali e del Parlamento”.

Anche per Massimo Donadi, Idv: “Questo attacco senza precedenti alla Costituzione italiana è da un lato la conferma dell’animo profondamente e intimamente antidemocratico e anticostituzionale di Berlusconi, perenne aspirante dittatore da repubblichina delle banane e dall’altro lato è sintomo della frustrazione del presidente del Consiglio per la sua ennesima esperienza di governo che si avvia, come le altre, a chiudersi in un fallimentare grigiore”.

Secondo Luigi De Magistris, sempre dell’Idv: “”Berlusconi pensa di essere tutti i giorni ai bordi del Mekong e vuole la guerra civile. Come spiegare le sue affermazioni contro la magistratura, i media e gli organi di garanzia costituzionale se non come il tentativo di destabilizzare il Paese per meglio tiranneggiarlo? La Costituzione non è un arnese vecchio di cui disfarsi né il frutto di un accordo catto-comunista, ma la base della nostra Repubblica nata dal sangue della liberazione. Di fronte alle parole che quotidianamente dispensa e che si fanno sempre più violente, ogni forma di dialogo è impossibile e vana, perché servirebbe solo a favorire il suo golpismo. Se la democrazia gli fa paura e orrore, perché non raggiunge in Libia l’amico Gheddafi?”.

Pino Sgobio del Pdci- federazione della sinistra, commenta: “L’inferno vero è il suo governo autoritario. Il premier la smetta di attaccare la Costituzione e le sue regole. Un siffatto personaggio che usa un siffatto linguaggio non è degno di ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio”, mentre per Gennaro Migliore di Sinistra Ecologia e Libertà: “Berlusconi è divorato dall’odio per la democrazia. Odia tutti quelli che non lo riveriscono. Odia la legge uguale per tutti. Odia e sta minacciando la nostra libertà”.