“Mi manda Picone… Dell’Utri”. Le anticipazioni dell’Espresso sugli affari nel petrolio del braccio destro di Berlusconi

Pubblicato il 17 Dicembre 2010 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA

Marcello Dell'Utri

Non solo Berlusconi e Putin: si parla ancora di energia, gas, petrolio e gli affari che ne derivano. Un intreccio sul quale aveva già messo gli occhi il Dipartimento di Stato americano (rivelazioni di Wikileaks). Secondo un’inchiesta dell’Espresso, di cui Repubblica pubblica un’anticipazione, sarebbe coinvolto anche il senatore del popolo delle Libertà Marcello Dell’Utri.

Scrive il quotidiano: Delle avance di Marcello Dell’Utri sulle partite energetiche russe si sapeva. L’espresso ne prova il ruolo attivo in un negoziato «colossale» di idrocarburi per Avelar Energy, holding svizzera del miliardario Viktor Vekselberg.

Tra gli amministratori di Avelar ci sarebbe, secondo quanto scrive Repubblica, Massimo De Caro. Il referente, sempre secondo quanto scrive il quotidiano, sarebbe Aldo Miccichè, pregiudicato latitante in Venezuela. Dell’Utri sarebbe stato ascoltato sull’utenza di Miccichè, intercettato per mafia.

Il primo affare risalirebbe alla fine del 2007, e riguarderebbe del greggio venezuelano, secondo quanto avrebbe detto Dell’Utri in base a Repubblica esportabile solo con Gazprom compratore finale

Scrive il quotidiano: Per Miccichè l’affare dipende da lui: «Io vado lì e dico: mi manda Picone, e quando dico Picone intendo Marcello… È un´operazione perfetta». Si tratta su 4 milioni di barili al mese. Nelle chiamate a De Caro, Miccichè aggiunge: «Il vero segreto è che bisogna dare 1,50 dollari al barile sottobanco a Caracas, 4,5 milioni al mese».

A gennaio sarebbe emersa un’altra operazione, con sei milioni di tonnellate di greggio russo.  Avelar non ha le raffinerie, ma un intervento degli italiani avrebbe risolto tutto. Eccetto, scrive Repubblica, la questione profitti: «I rapporti col russo sono di Marcello perché Berlusconi, allora, ha dato a lui questo rapporto, chiaro? Il russo fa parte della catena di Putin, sta giocando con tutti, anche con Berlusconi quindi con Marcello».

Il 18 marzo De Caro avrebbe annunciato la fine dei giochi, con un appuntamento tra Dell’Utri e Igor Akhmerov, numero uno di Avelar. Poi, scrive Repubblica, una talpa avvisa che i telefoni sono sotto controllo e tutto tace. Sui due affari De Caro ora dice: «Non andarono in porto perché Miccichè si vendeva come rappresentante di Caracas senza alcun mandato». La versione contrasta con quelle di Dell’Utri e Miccichè nel 2008, quando, per smentire brogli elettorali, ammisero la mediazione a buon fine su quegli affari.