Silvio Berlusconi ha seguito il discorso di Gianfranco Fini con attenzione. E a quella richiesta precisa, “dimettiti o stacco la spina”, replica senza fare un passo indietro: “Se Fini vuole mi voti contro, io non mi dimetto”.
A raccontare le primer reazione “a caldo” del premier sono i suoi più stretti collaboratori. Che testimoniano come al momento, da parte del premier, non ci sia nessuna intenzione di dimissioni. “Se Gianfranco Fini ritiene conclusa l’esperienza di governo deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità di votare contro in Parlamento”. E’ questo il ragionamento del Cavaliere che, c’è da giurarsi, durante le diretta del discorso dell’ex alleato sarà saltato più di una volta sulla sedia. D’altronde Fini non si è risparmiato negli attacchi, neppure tanto velati, all’indirizzo del Pdl e soprattutto di Silvio Berlusconi. E il premier non deve averla presa benissimo, se di fronte al discorso del presidente della Camera tenta il muro contro muro.
Le prima reazione di Berlusconi, quindi, è questa: Fini vuole passarmi il cerino? Io glielo rimando indietro. E se vuole una crisi di governo la apra lui, non sarò certo io a rimettere il mandato al Presidente della Repubblica. Prime valutazioni che vengono confermate, per tutto il giorno, dai commenti dei deputati e senatori a lui più vicini.
Tra tutti spicca la dichiarazione congiunta di Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che dicono: Fini si assuma le sue responsabilità in Parlamento. Scrivono i due capigruppo di Camera e Senato: ”In Parlamento il governo Berlusconi ha ottenuto un’ampia fiducia poche settimane fa, sulla base di una concreta ed articolata proposta, coerente con il programma della coalizione di centrodestra votato dalla maggioranza degli italiani. Dopo quel voto sono state avviate iniziative legislative e politiche sul federalismo fiscale, sulla sicurezza, sulla riforma del fisco, sulla giustizia, sullo sviluppo. Altre, come quella per il Sud, sono in via di definizione, secondo il programma annunciato dal governo”.
”E’ inoltre all’esame del Parlamento – proseguono – il bilancio dello Stato, mentre l’esecutivo ha indicato una serie di obiettivi coerenti con l’agenda europea. Il presidente Berlusconi, in occasione del voto di fiducia nei giorni scorsi, ha sottolineato le diverse articolazioni politiche e parlamentari della maggioranza chiedendo ed ottenendo la fiducia anche del gruppo Futuro e Liberta’. Non e’ quindi accettabile la richiesta di dimissioni del governo dopo un voto di fiducia il cui rilievo politico e’ stato chiaro a tutto il paese. E’ quindi il Parlamento – concludono – il luogo dove ciascuno deve assumersi le proprie responsabilita’, con scelte chiare davanti agli italiani e non con riti impropri, che soprattutto chi ha ruoli istituzionali non dovrebbe invocare. E’ quella la sede dove decidere se rispettare il mandato degli elettori, rinnovare il patto di legislatura, garantire la stabilita’ di governo basata sulla sovranita’ popolare”.