Berlusconi minaccia la sinistra: “Riforma elettorale, alzare la soglia”

Pubblicato il 5 Febbraio 2012 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi apre al Pd e minaccia sinistra radicale, Di Pietro, Fini e tutti i partiti che hanno basse percentuali di elettori: “Riformiamo la legge elettorale per alzare la soglia di sbarramento”. Ovviamente, spiega Berlusconi in un’intervista rilasciata a Libero, per fare ciò toccherà “dialogare col Partito Democratico”.

Ma per farlo ”serve tempo”, quindi il governo guidato da Mario Monti deve durare fino alla fine della legislatura. L’ex presidente del Consiglio spiega a Libero il suo ‘piano’ per i prossimi mesi, confermando, cosi’ come aveva detto al Financial Times, di non essere intenzionato a ricandidarsi, anche perche’ ”tornare a Palazzo Chigi con l’attuale architettura istituzionale sarebbe inutile”.

Il passo indietro, insomma, e’ sicuro, in favore di Angelino Alfano ”che e’ un giovane bravissimo”. Il che non vuole dire pero’ abbandonare la politica, anzi. Proprio la politica, per il Cavaliere, deve ritorvare centralita’ perche’ ”in questo momento non c’e’ ”, tanto che ”il 46 per cento degli italiani non sa chi votare e se andare a votare”. Ma, e’ il ragionamento dell’ex premier, ”il voto degli italiani si disperde in una miriade di partiti e partitini: la sinistra radicale di Vendola, i Grillini, Di Pietro, i radicali, Fini, l’Udc di Casini, la Lega…”. Per questo ”sarebbe opportuno alzare la soglia di sbarramento”. E il dialogo sulla legge elettorale non puo’ che essere ”con il Partito democratico”. E non solo su quello. ”Bisogna lavorare con loro anche alle altre riforme istituzionali”. Pure la giustizia: ”E perche’ no, alla fine quaranta loro deputati hanno votato per la responsabilita’ civile dei magistrati…”.

Quanto all’attuale inquilino di Palazzo Chigi, Berlusconi dice che ”e’ molto bravo e non sto scoprendo adesso le sue qualita’: e’ stato il sottoscritto – ricorda – a indicare Monti come Commissario europeo nel ’94”. E il suo governo, chiarisce, ”deve continuare a operare”.

Un accenno anche al ruolo del Quirinale, che per l’ex premier ha adesso aspetti positivi: ”Di fatto siamo in una Repubblica presidenziale. Il che va anche bene perche’, con i decreti del Presidente, almeno si fanno le riforme che servono al Paese”.

E per chiudere una breve analisi della situazione economica: ”Sono profondamente preoccupato per l’economia italiana ed europea. La Cina e le altre economie emergenti aggrediscono le nmostre aziende producendo a costi bassissimi. Non so come andra’ a finire”. Un monito anche alla germania: ”Non si rendono conto di quanto sia importante per l’euro avere una Bce che funzioni ed una vera banca centrale”.