BARI – Niente comizio di inizio campagna elettorale per le Europee a Bari per Silvio Berlusconi. I giudici di sorveglianza di Milano non hanno autorizzato alcuna deroga agli obblighi imposti all’ex premier che pertanto domenica non potrà recarsi in trasferta in Puglia per la manifestazione elettorale del capolista di Forza Italia al Sud Raffaele Fitto.
A darne notizia è il quotidiano dei vescovi Avvenire, nella sua edizione online. “Lo sapevo, mi vogliono chiudere la bocca“, il commento di Berlusconi. Per il leader di Forza Italia, il “no” arrivato dai magistrati di sorveglianza è l’effetto delle “strumentalizzazioni” per i recenti attacchi ai magistrati. “Sono cose che ho sempre detto, enfatizzate per un preciso disegno contro di me”. Ai legali di Berlusconi, scrive Avvenire.it,
“la decisione sarebbe stata motivata con l’opposizione della Procura generale, che farà quindi mancare il suo necessario parere favorevole al comizio di Bari. La richiesta mirava a ottenere una deroga per ognuna delle cinque circoscrizioni elettorali delle Europee, per altrettante manifestazioni. Ma ora tutto lascia prevedere che, dopo il no a quella per il Sud, a Bari, arriverà il no anche sugli altri fronti”.
Al giudice Beatrice Crosti, del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Silvio Berlusconi aveva chiesto di avere più “libertà di movimento” per svolgere la campagna elettorale per le Europee del 25 maggio e quindi di poter essere in prima linea ai comizi e appuntamenti di partito fuori Milano, Roma e anche fuori dalla Lombardia.
Nell’istanza, in pratica, il leader di Forza Italia, al quale è stato concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali senza compromettere la sua agibilità politica, mirava ad ottenere ottenere maggiori margini di manovra rispetto a quelli già concessi dal Tribunale, con le prescrizioni allegate all’ordinanza con cui, lo scorso 15 aprile, ha disposto la misura alternativa alla detenzione domiciliare.
Posto che i magistrati hanno tenuto conto che il lavoro dell’ex premier è quello di politico e che rimane un suo diritto la libertà di espressione e, quindi, di fare campagna elettorale – non però tra gli anziani ospiti della Fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone, che dal 9 maggio assisterà – rimangono alcuni confini di tipo logistico che eventualmente potranno essere oltrepassati di volta in volta ma solo con una specifica autorizzazione o del giudice o dell’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna.
Questi i limiti imposti all’ex presidente del Consiglio: può uscire di casa dalle 6 alle 23, deve rimanere in Lombardia eccetto dal martedì al giovedì quando potrà recarsi a Roma per rientrare ad Arcore alle 11 di sera e non può frequentare pregiudicati e tossicodipendenti e nemmeno i loro ambienti. E poi niente viaggi di notte e all’estero. Con queste regole all’ex premier, salvo appunto specifiche autorizzazioni eventualmente concesse di volta in volta, è consentito tenere comizi, convention e incontri elettorali in tutta la Lombardia e, per tre giorni la settimana, anche nella capitale. Lo stesso vale per le cene e gli incontri elettorali a patto che rientri a casa alle 23.
Non hanno invece limiti di giorni e di orari gli interventi via telefono a talk show, a eventi elettorali, politici o quant’altro, purché avvengano dal domicilio da lui indicato: Villa San Martino o Palazzo Grazioli. Dunque, Berlusconi, nonostante tutto può continuare a svolgere campagna elettorale e il suo lavoro di politico, evitando però, di diffamare i magistrati e di pronunciare quelle frasi, come è capitato nelle varie interviste rilasciate nei giorni scorsi, che contrastano con le “regole della civile convivenza, – ha scritto nel suo provvedimento il giudice Crosti – del decoro e del rispetto delle istituzioni” e con il progetto di rieducazione sottoscritto una settimana fa.
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