E Berlusconi saluta i deputati come farebbe Cesare … quel braccio ricorda tanto il “saluto romano”

Pubblicato il 4 Agosto 2010 - 21:50| Aggiornato il 5 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Standing ovation e deputati che urlano il suo nome. Nemmeno fossimo allo stadio. E invece è interno giorno alla Camera dei Deputati. Sono le 19 di mercoledì 4 agosto e si sta per votare la mozione di sfiducia a Caliendo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arriva in Aula a Montecitorio e viene acclamato da suoi. Applausi, tutti in piedi. Lui sorride ed è contento. Si alza in piedi, alza il braccio destro e tenendolo fermo, con le dita unite, li saluta. Un saluto che ricorda quello di Giulio Cesare e degli antichi romani. Lo stesso che venne, con qualche modifica, ripreso secoli dopo in età fascista. Particolare che certo non è sfuggito ai parlamentari dell’Italia dei valori, che subito hanno sottolineato la cosa gridando allo scandalo e parlando di “saluto romano” del premier in Parlamento.

Tra applausi, urla di gioia, cori da stadio e critiche, ad ogni modo gli unici che sembrano essere rimasti impassibili a questo “teatrino” che è seguito all’entrata nell’emiciclo di Berlusconi sono stati gli ex compagni finiani. I vari Bocchino, Della Vedova, e anche il presidente della Camera Fini rimangono immobili, con facce serie e quasi disgustate. Fini non fa altro che suonare la campanellina per riportare l’Aula al silenzio. Pochi minuti dopo si vota. E la maggioranza, sotto di 17 voti rispetto al quorum, non ha più niente nè da applaudire nè da ridere.