Berlusconi e il pericolo 25 luglio. Corriere della Sera: l’uomo nuovo è Gianni Letta, Fli pensa ad un appoggio esterno

Pubblicato il 2 Novembre 2010 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Pericolo 25 luglio per Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio, stretto com’è tra un nuovo scandalo e un ex alleato che pensa a un “appoggio esterno” se non addirittura alla sfiducia, si guarda preoccupato le spalle. E fa bene. Perché sembra che nell’ombra, all’interno del caos che sta agitando il Pdl, i suoi fedelissimi si stiano organizzando per farlo fuori. Proprio come fecero, quel lontano 25 luglio del 1943, i gerarchi fascisti e il Re con Mussolini.

Sembra che i fedelissimi di Berlusconi, preoccupati per il polverone che sta alzando il ‘Rubygate’ e per gli attacchi di Fini sulla giustizia, stiano pensando, quantomeno, di chiedere a Berlusconi di farsi gentilmente da parte, di lasciare scettro e trono a qualcun’altro, possibilmente meno “chiacchierato”. Nessuno ha ancora avuto il coraggio di andargli a dire nulla ma saltano agli occhi, anche di Berlusconi, le riunioni tra i “colonnelli” del Pdl che si fanno sempre più frequenti e “clandestine”. Nel senso che il capo, cioè Berlusconi, non viene mai invitato.

Per ora è solo un’ipotesi ma sembra, come scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera, che i piani alti del Pdl si stanno organizzando per il “ribaltone”. E avrebbero anche individuato in Gianni Letta “l’uomo nuovo” che potrebbe sostituire Berlusconi. Una circostanza ancora tutta da verificare, soprattutto per tre variabili. Prima di tutto, come già detto, nessuno ha ancora trovato il coraggio per chiedere il gran sacrificio al Cavaliere. Secondo poi, Gianni Letta si è sempre definito “un servitore dello Stato ma estraneo alle vicende politiche”.Terzo poi, variante più importante di tutte, anche se la mossa servirebbe al centrodestra per salvare il salvabile, il prezzo da pagare per Berlusconi sarebbe troppo alto.

Perché se accettasse di passare la mano direbbe automaticamente addio alla politica. Come farebbe a ripresentarsi davanti agli elettori? Inoltre, e questo sarà sicuramente il maggior assillo per Berlusconi, se lasciasse il suo posto di presidente del Consiglio non potrebbe più usufruire del legittimo impedimento. Con ciò significherebbe che il giorno dopo le dimissioni, dovrebbe dirigersi verso un Aula di Tribunale a Milano per essere sottoposto a processo.

Comunque negli ambienti di Palazzo gira con sempre più insistenza la voce sulla possibilità di un “25 luglio” per Berlusconi. E ognuno si organizza come può. Nel Pdl gli ex An e gli ex Fi già litigano per le quote, prevedendo un futuro senza il leader che unisce le varie anime. Il Pd, forte di questi ‘rumors’ ha messo in tavola le carte e con Pier Luigi Bersani ha detto apertamente a Fini: “Stacca tu la spina al governo”. Fini pensa a domenica, alla convention di Fli, e accarezza l’idea di appoggiare esternamente il Pdl. Anche se tra i futuristi più d’uno è convinto che la situazione sia andata ben oltre l’accettabile e che l’unica via di uscita dalla “paralisi dell’esecutivo” sia la crisi di governo.