Rottura tra Berlusconi e Fini. Crisi di governo o la maggioranza resisterà? Segui la diretta su Blitz Quotidiano

Pubblicato il 30 Luglio 2010 - 10:12 OLTRE 6 MESI FA

15.25 – FINI: ESPULSO IN DUE ORE SENZA POTER ESPRIMERE MIE RAGIONI – ”In due ore, senza la possibilita’ di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare”. Lo denuncia Gianfranco Fini durante la dichiarazione alla stampa all’hotel Minerva. ”Sono stato ritenuto colpevole – spiega Fini – di ‘stillicidio di distinguo o contrarieta’ nei confronti del governo’, ‘critica demolitoria alle decisioni del partito’, ‘attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier”’. ”Inoltre – prosegue – avrei ‘costantemente formulato orientamenti’ e persino, pensate che misfatto, ‘proposte di legge che confliggono col programma elettorale”’.

15.23 – FINI: IERI SCRITTA UNA BRUTTA PAGINA PER CENTRODESTRA – ”Ieri e’ stata scritta – ha affermato Gianfranco Fini – una brutta pagina per il centrodestra e piu’ in generale per la politica italiana. Cio’ tuttavia non ci impedira’ di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un Futuro di Liberta’. Per l’Italia”, ha aggiunto nel corso di una breve dichiarazione alla stampa.

15.22 – FINI: RINGRAZIO CHI ESPRIMERA’ PROTESTA PER DECISIONE PDL – ”Ringrazio dal piu’ profondo del cuore i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della conferenza stampa all’hotel Minerva.

15.21: FINI: ELETTORI NON CAPISCONO GARANTISMO CHE DIVENTA IMPUNITA’ – Gianfranco ‘Fini intende impegnarsi per difendere la ”legalita” perche’ molti cittadini del centro destra ”non capiscono perche’ nel nostro partito il garantisco, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunita’.” Lo ha detto lo stesso presidente della Camera in una dichiarazione alla stampa.

”Ringrazio i tantissimi cittadini – ha dichiarato Fini – che in queste ore difficili mi hanno manifestato la loro solidarieta’ e mi hanno invitato a continuare nella difesa di valori irrinunciabili quale l’amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale, la legalita”’. ”Legalita’ – ha insistito Fini – intesa nel senso piu’ pieno del termine, cioe’ lotta al crimine come meritoriamente sta facendo il governo, ma anche legalita’ intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole”. ”E’ un impegno che avverto come preciso dovere – ha aggiunto Fini – anche per onorare il patto con quei milioni di elettori del Pdl onesti, grati alla magistratura e alle forze dell’ordine, e non capiscono perche’ nel nostro partito il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunita’.

15.21 – ALEMANNO: BERLUSCONI O FINI? NON HO ANCORA LE IDEE CHIARE – ”Non ho ancora le idee chiare”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno riferendosi alla situazione all’interno del Pdl con la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.

15.20 – FINI: BERLUSCONI HA LOGICA AZIENDALE, NON ISTITUZIONALE – ”Ovviamente non daro’ le dimissioni perche’ a tutti e’ noto che il presidente deve garantire il rispetto del Regolamento e la imparziale conduzione dell’attivita’ della Camera, non deve certo garantire la sola maggioranza che lo ha eletto”. Lo ha detto Gianfranco Fini, in conferenza stampa all’hotel Minerva. ”Sostenerlo dimostra una logica aziendale – prosegue Fini – modello amministratore delegato-consiglio d’amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni”.

15.18 – FINI: BERLUSCONI NON HA CONCEZIONE LIBERALE DELLA DEMOCRAZIA – Quella di Silvio Berlusconi e’ una ”concezione non proprio liberale della democrazia” e viene dimostrato ”dall’invito a dimettermi dalla presidenza di Montecitorio perche’ e’ venuta meno la fiducia del Pdl”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso di una breve dichiarazione alla stampa. ”Ieri sera in due ore e senza poter esprimere le mie ragioni – ha aggiunto Fini – sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare”.

15.14 – FINI: SOSTENGO O CONTESTO GOVERNO A SECONDA DELLE SCELTE – Il gruppo che nascera’ dai deputati e senatori che hanno lasciato il Pdl ”e’ formato di uomini e donne liberi che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta saranno prese scelte nel solco del programma elettorale e lo contrasteranno se le scelte saranno ingiustamente lesive dell’interesse generale”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nella comunicazione alla stampa sulle sue scelte dopo il divorzio dal premier Silvio Berlusconi.

15.13 – FINI: NON MI DIMETTO – ”Non daro’ le dimissioni da presidente della Camera” conferma Gianfranco Fini, all’inizio della conferenza stampa, convocata dopo la rottura con Silvio Berlusconi.

15.01 – PER FINI GRUPPO ANCHE AL SENATO – Anche al Senato ci sono i numeri per costituire il gruppo finiano ‘Futuro e Liberta”. A Palazzo Madama e’ stata infatti toccata la soglia dei 10 senatori necessaria per costituire un gruppo autonomo, mentre alla Camera e’ gia’ stato depositato il nome del gruppo dei deputati, al quale hanno gia’ aderito 34 finiani.

14.22 – NOME GRUPPO FINI, FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA – Il nome dei nuovi gruppi parlamentari formati da deputati e senatori finiani e’ ‘Futuro e liberta’ per l’Italia’. Lo si apprende da alcuni deputati vicini al presidente di Montecitorio e confermato dal sito di Generazione Italia.

Tra i nomi del nuovo gruppo figurano anche quelli quelli di Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Buongiorno, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti, Flavia Perina, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giorgio Conte, Luca Bellotti, Catia Polidori, Silvano Moffa, Mirko Tremaglia, Adolfo Urso, Roberto Menia, Giuseppe Consolo, Giuseppe Angeli, Souad Sbai, Gianfranco Paglia, Enzo Raisi, Italo Bocchino, Luca Barbareschi,Maria Grazia Siliquini, Benedetto Della Vedova, Angela Napoli, Francesco Proietti, Aldo Di Biagio, Carmine Santo Patarino, Giulia Cosenza, Francesco Divella, Claudio Barbaro, Antonio Bonfiglio.

13.58 – PDL: GIOVANARDI, INSOSTENIBILE L’ATTUALE ASSETTO DEL PARTITO – ”In Ufficio di Presidenza ho lealmente indicato i rischi di una rottura traumatica tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera dei Deputati, pur votando a favore di un documento che era di fatto una sorta di voto di fiducia al presidente del mio partito”. Lo dice Carlo Giovanardi (Pdl), sottosegretario alla presidenza del Consiglio. ”A questo punto per il bene del Governo e della maggioranza, chiedo al Presidente Berlusconi – prosegue – di farsi carico personalmente dell’attuale insostenibile assetto del Pdl, per farlo diventare finalmente quel partito democratico, popolare, di ispirazione cristiana che abbiamo a suo tempo contribuito a fondare”.

13.29 – PDL: FORMIGONI, IN LOMBARDIA PARTITO COMPATTO CON IL PREMIER – ”In Regione Lombardia il Pdl e’ sempre stato compatto intorno alle posizioni del presidente Berlusconi”: e’ stata questa la risposta del governatore Roberto Formigoni alle domande dei giornalisti, a margine di un incontro a Milano, sulle possibili ricadute della rottura tra il premier e Gianfranco Fini. ”No, non ci saranno ricadute in regione – ha proseguito Formigoni – e continueremo a lavorare con grande serenita’ e compattezza anche in una alleanza molto solida con la Lega. Quindi Regione Lombardia continua a lavorare al meglio”.

13.23 – PDL: UDC, ROTTURA BERLUSCONI-FINI E’ FALLIMENTO BIPOLARISMO – ”Con lo strappo tra Berlusconi e Fini e la fine dell’esperimento del Popolo della Liberta’, termina, come l’Udc dice da tempo, la forzatura di questo sbagliato bipolarismo italiano. E’ il momento di guardare al futuro e di rilanciare le riforme che servono al Paese. Tra queste, bisogna restituire agli elettori un sistema elettorale che davvero li rappresenti e permetta loro di scegliere i loro rappresentanti in Parlamento al di la’ delle ingessature pregiudiziali”. Lo dichiarano in una nota i deputati dell’Unione di Centro Lorenzo Ria e Rocco Buttiglione, che hanno presentato una proposta di legge di modifica del sistema elettorale. Il testo propone un sistema elettorale ispirato al modello tedesco con sbarramento al cinque per cento e divieto di candidature plurime. ”Vogliamo ridare la parola al cittadino-elettore – spiega Ria -. L’attuale sistema elettorale contiene storture tanto evidenti quanto profonde, che nel tempo hanno contribuito ad aggravare lo scollamento tra istituzioni e societa’ civile. La riforma del sistema elettorale e’ necessaria. La nostra proposta prevede la suddivisione per meta’ tra i seggi attribuiti in collegi uninominali, con formula maggioritaria, e meta’ in liste circoscrizionali. Inoltre, il divieto di candidature plurime: norma che ha indebolito il rapporto tra parlamentari e territori: noi proponiamo che sia solo uno il collegio uninominale nel quale diviene possibile presentare la candidatura e due le liste circoscrizionali in cui e’ possibile trovare lo stesso candidato. Inoltre e’ previsto una specifica disposizione per garantire la rappresentanza di genere: non piu’ di due terzi di candidati dello stesso sesso in ogni circoscrizione”. ”Nelle prossime settimane – annuncia l’esponente centrista – avvieremo una campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini perche’ sappiamo bene che uno dei temi che stanno piu’ a cuore degli italiani e’ quello di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento”.

13.07 – PDL: MARONI, NAVIGAZIONE A VISTA MA FINIREMO LEGISLATURA – ”Sono convinto che nonostante le tensioni nel Pdl, il governo mantiene la sua maggioranza e la capacita’ di condurre a termine la legislatura”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commentando la crisi aperta nel Pdl dopo lo scontro tra Berlusconi e Fini. ”Sara’ una navigazione piu’ a vista di quanto fatto finora – ha ammesso Maroni – ma i numeri piu’ stretti renderanno piu’ facile il lavoro, perche’ aumentera’ la consapevolezza che bisogna essere sempre presenti e attenti”. E in proposito il ministro ha ricordato che nonostante la ”larghissima maggioranza”, in questi due nani spesso il governo e’ andato sotto, come ad esempio sul provvedimento che aumentava il periodo di trattenimento nei Cie da due a sei mesi: ”Ora ci impegneremo di piu’ – conclude Maroni – sono fiducioso”.

13.05 – PDL: STAMPA ESTERA; PARTITO IMPLODE, GOVERNO SULL’ORLO CRISI – Un implosione drammatica, che lascia il governo italiano sull’orlo della crisi. La rottura tra i cofondatori del Pdl, Silvio Berluconi e Gianfranco Fini, e’ balzata sui principali quotidiani stranieri. Che, dal britannico Financial Times allo spagnolo El Pais, evidenziano come lo strappo possa preludere ad una crisi di governo. Per l’Ft si tratta di un vero e proprio ”tumulto politico, data l’implosione del partito di Berlusconi. Una frattura drammatica”. Il premier, scrive il giornale londinese, assicura che il governo ”non e’ a rischio”. Ma il Cavaliere ”potrebbe perdere la sua maggioranza in una delle due Camere o vederla perdere peso fino ad una pericolosa manciata di voti”. Sempre a Londra, il Guardian sottolinea come Berlusconi ”stia affrontando una crisi parlamentare poiche’ il presidente della Camera rifiuta di dimettersi”. Sulla stessa linea il Daily Telegraph: la rottura ”spinge il governo verso la crisi” proprio dopo l’approvazione di ”un’impopolare” manovra. Del resto, ”la faida tra i due cofondatori rafforza l’impressione che il governo ha perso i suoi obiettivi e la sua direzione”, scrive il quotidiano Gb. In Spagna, El Pais titola ”Berlusconi rompe con Fini e lascia il governo per aria” e l’Italia ”si sveglia ancora una volta nell’incertezza politica, concentrata sull’aritmetica del nuovo, nuvoloso scenario politico”. Ora ”il destino del governo dipende dalla capacita’ di Fini di attirare a se”’ gli altri parlamentari dopo ”la fine di un matrimonio di convenienza, la dissoluzione di un partito che mai ha cessato di essere una fredda fusione tra la berlusconiana Forza Italia e la postfascista An”. Oltreoceano, il Wall Street Journal parla di ”censura drammatica” del Pdl verso Fini sottolineando come il numero di finiani pronti a gruppi indipendenti ”e’ sufficiente per minacciare la sopravvivenza della maggioranza”.