Berlusconi ai “suoi” giornali: lasciate stare Fini, è finito. E lavora a un patto segreto con Casini

Pubblicato il 29 Dicembre 2010 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA

E’ convinto di aver dovuto sopportare di peggio. Però, nell’attesa di trovare un parametro oggettivo per capire se sia più nociva per l’immagine la tenelovela sulla casa di Montecarlo e il falso attentato, oppure il “bunga bunga” e le accuse dalla ex moglie in prima pagina, Silvio Berlusconi sceglie di tenere un basso profilo sulla vicenda che coinvolge il presidente della Camera Gianfranco Fini e i due quotidiani di centrodestra Libero e Il Giornale.

Scrive Francesco Bei su La Repubblica, che l’affondo di Belpietro a Fini, a Berlusconi non è piaciuto più di tanto. Non si tratta di solidarietà o di improvvise remore sulla deontologia del giornalista, si tratta di semplice calcolo politico. Dopo aver vinto il duello del 14 dicembre, infatti, il Cavaliere giudica Fini un leader finito. E saggezza suggerirebbe di lasciarlo là al tappeto evitando di assestare colpi ulteriori che potrebbero rianimarlo e spingerlo a rialzarsi.

La linea Berlusconi sull’affare Fini è stata immediatamente recepita dall’establishment del Pdl. La parola d’ordine dei vari Quagliariello, Cicchitto e Gasparri è tenere la questione “auto attentato” fuori dalla politica. Non è stato esattamente così quando in ballo c’era la casa di Montecarlo, ma la politica vive di momenti. E per Berlusconi, ora, è il momento di lasciare le cose così come sono. Anche perché il primo indesiderato effetto della crociata anti Fini di Belpietro & co è stata quella di rinsaldare l’asse tra Fini e Pierferdinando Casini.

Il leader Udc, nel leggere di escort e falsi attentati, si è precipitato a condannare la “nuova stagione di veleni”, esattamente quello che Berlusconi non vuole. Sia chiaro: il premier non punta a far rientrare l’Udc nel governo, almeno non in questa legislatura. L’idea, piuttosto, è quella di spezzare l’asse tra il cattolico Casini e il laico Fini. Il grimaldello, spiega La Repubblica, potrebbero essere le questioni di bioetica. E non a caso, nei lavori parlamentari, improvvisamente a gennaio fa capolino la discussione sul biotestamento. Questione rovente dopo la vicenda di Eluana Englaro poi improvvisamente più “congelata” di un embrione in uno stato laico e ora ritirata fuori ad arte per spezzare il Terzo Polo. Sul tema, infatti, Fini e Casini sono lontani. I due minimizzano e parlano di “problema strumentale”. In Aula, però, qualcosa si potrebbe spezzare.

Repubblica, quanto ai rapporti tra Berlusconi e Udc, cita un ministro anonimo e parla di un “piano segreto” a scadenza 2012. I due sarebbero già d’accordo, o quasi. Casini non entra nel governo ma lo “tiene in vita” con voti strategici al momento giusto. Obiettivo: tirare a campare fino al 2012. Poi Berlusconi al Quirinale e Casini a Palazzo Chigi. Con Fini ricondotto a più miti consigli a suon di legnate. E la sinistra? Opposizione permanente. Sembra fantapolitica e probabilmente lo è. Ma Repubblica nel citare il ministro usa le virgolette. E, in tempi come questi, non si può mai sapere.