Fini: “Il nostro sì alla fiducia è inevitabile”

Pubblicato il 29 Settembre 2010 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Il sì dei finiani alla fiducia è “inevitabile”: a dirlo è stato il presidente della Camera in persona. C’è tempo per altri distinguo, specie sulla giustizia, ma intanto la guerra estiva è giunta a una tregua che allontana le elezioni dal novero delle possibilità. Bisognerà aspettare la conta di stasera, ma il discorso di Berlusconi inchioda Futuro e Libertà alla responsabilità di votare la fiducia.

Fini intanto ha già annunciato che si farà il suo partito. Futuro e Libertà, quindi, diventerà a tutti gli effetti un soggetto politico autonomo, con un suo statuto, con una sua Direzione e, probabilmente con un suo Congresso. L’atto di nascita ci sarà martedì prossimo quando Fini si incontrerà con i suoi e con chi vorrà aderire e darà vita a un comitato promotore.

Dunque i finiani fonderanno un loro partito, un partito che dovrà essere consultato per ogni provvedimento. Ma siccome hanno anche annunciato che supporteranno la maggioranza la legislatura prosegue. Berlusconi non ha fatto il minimo accenno a case a Montecarlo o a dimissioni da porgere, si è limitato a render manifesta una punta di amarezza. I prossimi appuntamenti caldi in aula descriveranno meglio l’esito dello scontro appena concluso. Ma per ora la battaglia l’ha vinta Berlusconi, che ha colto l’occasione per un rilancio dell’azione di governo, spuntando la conferma di una maggioranza estesa che può di nuovo pensare a governare.

“Sulle questioni che riguardano la giustizia – ha voluto rimarcare Gianfranco Fini – non c’è nulla di nuovo, ma occorrerà verificare come concretamente verranno tradotte in iniziative legislative le parole di Berlusconi. Inutile tentare ora di immaginarlo”. L’unico punto di attrito sembrerebbe quello relativo alla giustizia, in cui le posizioni andranno verificate “in corso d’opera”.

Per Italo Bocchino quello di Berlusconi è stato “Un discorso pieno di buone intenzioni che però andranno verificate sul campo”. E sull’orientamento dice che “Lo deciderà il gruppo”. ”Voteremo la fiducia al discorso di Berlusconi, che ricalca ciò che ha scritto nel programma, ma indica una discontinuità e la sua volontà di dar vita ad una seconda parte della legislatura, in un passaggio cruciale per la politica”.

”Ci aspettiamo però -aggfiunge Bocchino – che le cose dette Berlusconi voglia farle davvero nei prossimi due anni e mezzo, perché in realtà quello che Fini chiedeva aprendo il dibattito era esattamente perché a quegli impegni non abbiamo ancora dato corso nei due anni e mezzo passati”. Per Bocchino ”Berlusconi è parso più dialogante rispetto al premier autosufficiente apparso sui giornali delle scorse settimane”. Quanto al riconoscimento di Fli come terza gamba della maggioranza, per il presidente dei deputati finiani ”verrà dai numeri di oggi sulla fiducia, che dimostreranno la non autosufficienza alla Camera del governo senza di noi, che siamo una forza con la quale Berlusconi dovrà dialogare in modo costruttivo, come noi da sempre chiediamo”. Bocchino conferma quanto detto da Fini in merito alla nascita del comitato promotore ”che avvia il percorso per dar vita al partito coordinandolo dall’altro ma facendolo partire dal basso”.

Gli altri deputati di Fli lasciano intendere che sulle parole pronunciate dal premier “non ci sono motivi di conflitto”. Lo sostiene Fabio Granata, che però giudica il discorso di Berlusconi un “comizio, ha toccato in superficie i 5 punti programmatici e ho notato un passaggio fortemente autoironico sulla libertà nel Pdl”.

Stesso pensiero per Benedetto Della Vedova: “Anche se non è stato fatto in modo esplicito un riferimento a Futuro e Libertà, c’è stato un riconoscimento alla riarticolazione del quadro parlamentare”.