Berlusconi & Fini: nuovi retroscena del pranzo

Pubblicato il 15 Gennaio 2010 - 07:58 OLTRE 6 MESI FA

La reincarnazione di padre Pio nota col nome di Silvio Berlusconi, nel pranzo di giovedì con Gianfranco Fini, a quanto riferiscono le agenzie, «ha evitato anche i ravioli per problemi di masticazione dopo l’aggressione subita a piazza Duomo» e  «ha mangiato solo uova strapazzate»: anche se è probabile che la scelta dipenda da una dieta impostagli dai medici per ragioni di peso e salute, non si può non notare che Berlusconi non avrebbe avuto problemi se avesse seguito le regole nazionali che vogliono gnocchi al giovedì: un impasto di patate che non comporta particolari problemi di masticazione.

In ogni caso, anche  le uova gli sono finite di traverso, riferisce l’agenzia di stampa Agi, che riporta dichiarazioni anonime di alcuni esponenti del Pdl che sono andati a trovarlo a palazzo Grazioli dopo l’incontro con Fini: il premier non avrebbe del tutto digerito gli innumerevoli rilievi mossi dal presidente della Camera.

Sulle prime, Berlusconi si è limitato a dire «lasciamo perdere…»,  ai due duellanti per la candidatura in Puglia che si sono recati da lui. Poi lo sfogo: «Ogni volta mi debbo arrabbiare. Il fatto è che Fini dovrebbe rispettare il suo ruolo istituzionale e invece pretende di contare più di me…».

In realtà tra Berlusconi e Fini c’è stato il solito minuetto, con il gioco del gatto (Berlusconi) e del topo (Fini), col gatto che non si accontenta di avere mangiato il topo ma lo vorrebbe anche esultante.

Fini ha manifestato alcune perplessità sulla giustizia, per  i possibili rilievi di incostituzionalità, ma ha dato un’apertura sul processo breve. Poi ha rivendicato che vuole contare di più nel partito: «Non mi devi presentare tutto a scatola chiusa», ha miagolato, sottolineando, a titolo di credito, che in Parlamento lui siede da molto più tempo di Berlusconi. Berlusconi, la cui astuzia è nota, invece, ha rinviato ogni questione.

Nessuna parola sul rapporto con la Lega, che invece Fini ha contestato, né tantomeno sulle scelte economiche che all’ex leader di An non vanno proprio giù. Sul rapporto con l’Udc, poi, la distanza tra Fini e Berlusconi è pesata fin da subito. Berlusconi contesta apertamente la politica dei due forni dei centristi, Fini la condanna senza però demonizzarla.

E allora Berlusconi a lamentarsi con i suoi: «Il solito balletto, la solita politica politicante. A me fanno fare la faccia cattiva e lui poi chiude l’intesa…».

Le parole di Berlusconi sono subito rimbalzate alle orecchie di Casini. In serata, Casini, parlando con i suoi, ha minacciato fuoco e fiamme: «Se Silvio non vuole la nostra alleanza lo dica apertamente. Significa che andremo con il Pd non solo nelle Marche e in Liguria, ma anche in Campania e in Puglia».

E Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc: «Anche per noi è profondamente sbagliata la linea del Pdl, che ha appaltato il nord alla Lega». Comunque, «se i candidati del Pdl non vogliono accordarsi con noi non c’è problema: ne parleremo venerdì alla riunione della Costituente di Centro».