Berlusconi attacca: 5 punti non trattabili e Fini traditore se fa un partito

Pubblicato il 21 Agosto 2010 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi non dissotterra l’ascia di guerra e all’indomani della presentazione del programma del Pdl, nel nuovo vertice tenuto a palazzo Grazioli, questo è stato il suo messaggio: non si tratta sui 5 punti, o prendere o lasciare. E poi su Fini: se fa un partito tradisce gli elettori. Quindi? Tutto fa pensare che il Cavaliere stia già pensando alle elezioni anticipate non fosse che alcuni partecipanti al vertice assicurano che il premier non voglia arrivare al voto prima del tempo.

Non accetteremo un voto sul 95% della mozione che conterra’ i cinque punti programmatici, è il suo ragionamento, non intendiamo trattare sul 5% relativo alla giustizia. Prendere o lasciare.

Berlusconi ha ribadito di non avere nessuna intenzione di farsi logorare in estenuanti trattative con i finiani. La fiducia che il governo chiedera’ sui cinque punti programmatici non potra’ riguardare solo alcuni aspetti del programma e non gli altri, ma dovra’ essere complessiva sull’intero pacchetto.

Il nodo e’ ovviamente quello della giustizia ed in particolare sul cosiddetto processo breve che alcuni esponenti finiani hanno gia’ detto di voler discutere. Ma il premier, ai presenti, e’ sembrato determinatissimo a non accettare nuove estenuanti trattative: o lo votano al cento per cento o arrivederci e grazie, e’ stato il suo ragionamento.

Se Gianfranco Fini a Mirabello annuncerà di voler fondare un partito tradirà gli elettori – ha detto anche il Cavaliere – Ma non credo che si dimetterà da presidente della Camera. Ma il premier poi continua dicendo che Fini ha dei “cattivi consiglieri”. Il Cavaliere non avrebbe fatto nomi, limitandosi a dire un generico ‘quei soliti tre’, ma nessuno dei presenti ha avuto dubbi sul fatto che Berlusconi avesse in mente Granata, Bocchino e Briguglio. Quelli che, a suo dire, vogliono solo alimentare lo scontro. Quanto ai moderati, il premier si è detto convinto che un gruppo nutrito di finiani non seguirebbe il loro leader nel caso in cui si dovesse arrivare ad una redde rationem nella maggioranza. “Chiederemo a ognuno di loro se vogliono tenere fede agli impegni presi – questo l’obiettivo di Berlusconi – e sono convinto che non tradiranno i loro elettori”.

L’interpretazione data dai presenti alle parole del Cavaliere e’ stata che nel caso in cui Fini decidesse di dar vita a un nuovo soggetto politico, la rottura con Berlusconi sarebbe definitiva. Da qui l’interesse per cio’ che l’ex leader di An dira’ a Mirabello. Nel corso del vertice si e’ anche ragionato sulle reali intenzioni del presidente della Camera. Berlusconi ha spiegato di non capire esattamente cosa Fini intenda fare.

Dalle sue parole infine, ai presenti e’ apparso chiaro che per il Cavaliere la naturale conseguenza dell’eventuale nascita di un nuovo partito guidato dallo stesso Fini sarebbe quella di dimissioni dalla presidenza della Camera. Il premier non lo avrebbe detto esplicitamente ma diversi suoi interlocutori hanno dato per scontato questa considerazione.

No a elezioni anticipate. Silvio Berlusconi dice di non essere affatto spaventato o preoccupato dai sondaggi che danno la Lega in forte crescita, sostenendo che il rapporto con il partito di Umberto Bossi e’ solido e un eventuale successo elettorale non costituirebbe un problema per il Pdl. Tuttavia – nel corso del vertice a Palazzo Grazioli, secondo quanto riferito da diversi partecipanti – il premier ha spiegato di voler evitare le elezioni e di voler terminare il mandato consegnato dagli elettori e dunque la legislatura.

Ci sono tante cose da fare e il governo sta lavorando bene, ed e’ giusto che prosegua nel suo lavoro, ha spiegato Berlusconi ai presenti. Voglio continuare a governare per rispettare il mandato dei nostri elettori. Ad ogni modo, pur riconoscendo che i sondaggi danno il Carroccio in forte crescita, Berlusconi ha sottolineato che anche il Pdl ha buoni numeri: il partito, a suo dire, si aggirerebbe fra il 36% e il 38%.

Uno sguardo all’Udc. Il premier inizia però sempre più intensamente a guardare al “dopo” governo e punta verso l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Casini – è stato il suo ragionamento durante l’odierno vertice a palazzo Grazioli – dovrebbe venire con noi, sarei contento se entrasse nella nostra squadra, anche perche’ lui stesso avrebbe dei vantaggi visto che come dimostrano le Regionali, con noi l’Udc prende piu’ voti mentre con la sinistra li perde.

Berlusconi lancia le “Squadre della Libertà”. Un ‘esercito’ in grado di vigilare sulle oltre 60 mila sezioni elettorali ma anche in grado di radicare il partito sul territorio. E’ l’obiettivo che Silvio Berlusconi, nel corso del vertice di stamani, ha dato ai responsabili dei club e dei circoli, denominando la nuova struttura ‘Squadre della liberta”.

La struttura, riferiscono alcuni presenti a Palazzo Grazioli, sarà gestita in stretto raccordo con Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl e responsabile dell’organizzazione del partito, e sarà posta sotto la guida dei responsabili dei movimenti.

Obiettivo principale delle squadre della libertà sarà quello di far sapere ai cittadini quanto fatto dal governo. Al momento vi sarebbe anche l’idea di dotare la struttura di tre coordinatori, sulla base di quanto gia’ fatto con il Pdl. Ma, ripetono un po’ tutti i partecipanti, il tutto sarebbe fatto in stretto raccordo con il partito e non in contrapposizione ad esso.