Berlusconi camomilla: “Stanotte ho letto un focus”. Diceva: non disturbare l’elettore nervoso

Pubblicato il 29 Settembre 2010 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi parla, Fini presiede

“Ho letto stanotte dei focus…”: è stata l’unica frase di vita vissuta e di politica non  liofilizzata e sterilizzata che Berlusconi si è concesso parlando alla Camera. “Focus”, cioè fotografia di ciò che la “gente” annusa e cova. E il premier che li legge la notte. Focus che dicono che l’opinione pubblica, in particolare l’elettorato Pdl, non capisce, fa fatica ad adeguarsi e, se chiamato a votare, potrebbe saltare un giro, insomma astenersi. Non tutto certo e non tutti, ma quel che basta a far danno al centro destra. E, visto e letto che il “Focus” non capisce, Berlusconi ha scelto di spiegargli il meno possibile. Non è aria, non è il momento. Meglio confezionare un messaggio governativo di quelli a “lunga conservazione”. Niente di fresco, con la temperatura che c’è in giro potrebbe andare a male. Quindi, non potendo dire molto, la scelta è stata quella di mandare un grande comunicatore, cioè se stesso, a dire nulla e titolare: “Abbiamo il diritto e il dovere di governare”.

Per fare cosa? Il federalismo fiscale che Berlusconi ha presentato con l’argomento che era in una canzone di Lucio Dalla: sarà tre volte Natale. Con il federalismo fiscale nessuno ci rimette e tutti ci guadagnano: stessi servizi, anzi di più, meno spese, meno tasse. L’uovo di Colombo e il balsamo miracoloso: si applica il federalismo fiscale e tutto si aggiusta e migliora. Con quali costi standard, quali standard di spesa da applicare alla spesa di tutte le Regioni, con quale ripartizione dei proventi fiscali, con quali sanzioni a chi sgarra? Su queste e altre pignole domande il premier ha sorvolato alla grande per non incappare in risposte che portano guai.

E per fare poi la riforma fiscale: entro tre anni riduzione e rimodulazione della tasse. Meno tasse per il lavoro, la famiglia e la ricerca scientifica. Il quanto non era il caso di accennarlo, il come dipende dalla situazione economica di bilancio. Una promessa di cui diffidare o cui affidarsi? Diciamo un augurio fatto a se stesso e a tutti noi.

E per fare la “sicurezza”. Sicurezza che è già nell’azione di governo. Qui Berlusconi ha condito il resoconto positivo di se stesso e del suo governo appunto con uno slogan: “C’è una grande squadra che si chiama Stato”. Alto gradimento in aula. E per fare muro all’immigrazione ma anche scuola di integrazione.

E per “assolvere al dovere di ristabilire il primato della politica sulla giustizia”. Se quello del “focus letto di notte” è stato l’unico momento vivo, quello dei magistrati da rimettere al loro posto è stato l’unico momento di calda passione del discorso. La somma del tono di voce del leader e degli applausi della maggioranza hanno svelato che questa è la vera “costituency” del Pdl: raddrizzare il torto di una magistratura che si impiccia, molesta e forse trama, raddrizzare la schiena ai magistrati, liberare la politica.

Prima del che fare c’era stato il già fatto e cioè noi governo e voi italiani bravi in economia, anzi più bravi degli altri a convivere e sopravvivere con la crisi. Qua e là, ma ben quattro volte, c’è stato l’accenno alla “bioteca”, “alla vita”, al “far figli” secondo i dettami di Santa Romana Chiesa. E quindi è arrivato il capitolo Sud: autostrada Salerno Reggio Calabria, Ponte sullo Stretto, treni, raccordi e metropolitane…Totale 21 miliardi nei prossimi tre anni.

Insomma tutto o quasi andava per il meglio o quasi. Comunque tutto va bene e ancora meglio andrà. Al “Focus” che fa lampeggiare sfinimento e disinnamoramento Berlusconi risponde: “No problem, nessun problema”. E allora perchè siamo qui, perchè sono lì in Parlamento, a che serve questa relazione alquanto “che barba e che noia” come avrebbe detto la Mondaini? “Eravamo nati per unire e ci siamo divisi, provo amarezza, io che per indole naturale sono aperto e comprensivo”. Insomma, dice Berlusconi al “focus”, siamo qui perchè c’è un matto che neanche nomino che fa “vecchia politica”. Sul perchè si sono divisi non una parola perchè un vero perchè secondo Berlusconi non c’è o, se c’è, non è il caso di parlarne in maniera esplicita: il “focus” potrebbe annoiarsi o peggio incuriosirsi. Quindi “ite, Missa est”. Oggi si impartisce la fiducia, altro da fare e da sapere non c’è.