Berlusconi, la sofferenza di un leader: “Volevo dimettermi per non combattere Gheddafi”

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 15:04 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Gheddafi (Ap/Lapresse)

ROMA – Davanti a lui i giornalisti inglesi, francesi, spagnoli, americani, insomma quelli dei paesi alleati nella missione militare contro Gheddafi. Berlusconi ci tiene a far loro sapere, ai loro governi e ai loro lettori: “No fly zone, attacco militare… con tutta la difficoltà personale che questa decisione avrebbe comportato per me, ho pensato fosse mio dovere dimettermi… tutti mi hanno chiesto di non farlo, così sono rimasto al mio posto”.

Dunque Berlusconi rivela una sorta di dramma di coscienza: l’amico Gheddafi, il doverlo combattere. Per Gheddafi, su Gheddafi il premier italiano ha pensato alle dimissioni. Dimissioni per non dover combattere un amico. Non si è dimesso per responsabilità e ragion di Stato, ma l’animo gli diceva di fare il contrario. Non era stato un caso la sua prima dichiarazione quando Gheddafi cominciò a sparare, Berlusconi aveva detto: “Non gli ho parlato, non voglio disturbare nessuno”. Era un rispetto per Gheddafi che gli veniva dal cuore.