Berlusconi: “In vendita Il Giornale”. Arriveranno nuovi soci… Feltri che fa?

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA

Il “Giornale”, quotidiano che dalla nascita è parte della famiglia Berlusconi, forse non è in vendita, ma di sicuro è aperto all’ingresso di nuovi soci.

Lo ha precisato Paolo Berlusconi, editore del quotidiano, dopo le dichiarazioni sulla possibilità di vendita fatte da suo fratello Silvio, che glielo aveva passato alcuni anni fa per aggirare le restrizioni di legge sugli incroci tra stampa e tv.

Paolo Berlusconi ha diffuso una nota scritta, in cui afferma: “Il Giornale, con la nuova direzione di Vittorio Feltri e la nuova concessionaria di pubblicità, ha avviato un percorso di ristrutturazione e di sviluppo che si pone l’obiettivo di un equilibrio economico finanziario nel breve periodo. In tale ottica sarà possibile l’ingresso nella compagine azionaria di nuovi imprenditori che diano un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi prefissati”.

Con questo intervento nella tarda serata di giovedì Paolo Berlusconi chiarisce il senso dell’annuncio a sorpresa fatto dal premier: il Giornale diretto da Vittorio Feltri presto potrebbe essere messo in vendita. Il ‘caso’ infatti è esploso durante la direzione del Pdl dove il presidente del Consiglio pronuncia queste poche parole: “Ho convinto un mio familiare a mettere in vendita Il Giornale”.

La notizia rimbalza subito all’esterno, viene interpellato Feltri che però non ne sa nulla e non ha notizie di prima mano anche se resta convinto che la linea del giornale non dovrebbe cambiare neanche con una nuova proprietà.

E’ Gianfranco Fini a provocare la reazione di Berlusconi e il conseguente annuncio. Quando cioè si riferisce polemicamente alle attenzioni particolari riservategli da Feltri, attenzioni che non lo sorprendono, vista la proprietà del Giornale il cui editore è,almeno ai sensi di legge, Paolo Berlusconi.

“Non credo che sia motivo di polemica, sappiamo di chi sono i giornali, sappiamo che sono gli editori che pagano i direttori…”, dice Fini in direzione.

Subito scatta la replica di Feltri: “Se per Fini il problema siamo io e Trota Bossi non valeva neanche la pena di riunire la Direzione del Pdl e fare tanto casino. Bastava un incontro ristretto alla Trattoria Falconi di Ponteranica, il mio Paese. La cena l’avrei offerta volentieri io. Sono sempre disponibile a questa soluzione”.

Ma sull’ipotesi di vendita, Feltri cade delle nuvole: “Io non ne ho sentito parlare e Paolo Berlusconi, che poi è quello che dovrebbe vendere, non mi ha mai parlato di questa intenzione. Non so che tipo di discorso sia avvenuto tra Silvio Berlusconi e il fratello e comunque non è la prima volta che si sentono queste voci. Io comunque penso che se anche il quotidiano cambiasse proprietà non dovrebbe cambiare linea perché il rischio è di perdere il suo pubblico, perché il Giornale ha una sua tradizione”.

E Feltri cosa farebbe nel caso di un cambio di proprietà? “Ho diretto tanti giornali ed è la prima volta che mi troverei in questa situazione. Bisognerà vedere: se al nuovo editore piace la mia linea si va avanti, altrimenti si troverà il modo di lasciarsi civilmente”.