Berlusconi in conferenza mette alla porta un giornalista, La Russa fa il buttafuori

Pubblicato il 10 Marzo 2010 - 13:49 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi contestato fuori dalla sede del Pdl prima della conferenza stampa, mentre in sala perde le staffe con un giornalista che invita a uscire chiamandolo «villano». In tutto questo il ministro La Russa si improvvisa buttafuori e cerca di placare gli animi in platea. Non era così che doveva iniziare e concludersi la giornata di chiarimenti,  accuse e difese dopo il pasticcio delle liste in Lombardia e nel Lazio.

La conferenza stampa, iniziata con una minuziosa cronaca del premier del 27 febbraio scorso, giorno di scadenza della presentazione delle liste per le regionali del 28 e 29 marzo, improvvisamente si scalda quando un giornalista, Rocco Carlomagno, interviene non rispettando la “fila” e interrompe continuamente Berlusconi chiedendo chiarimenti sulla presentazione del decreto legge interpretativo. «Lei è un villano e dovrebbe meritare ben altra cortesia rispetto a quella che io le riservo. Si vergogni».  Le continue interruzioni da parte dello stesso giornalista fanno uscire dai gangheri il Cavaliere,  «lei non ha l’opportunità di intervenire. Potete accompagnare gentilmente alla porta quella persona?» ha aggiunto Berlusconi, che è stato poi nuovamente interrotto. A fianco della persona si è poi seduto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che in un primo momento ha vestito i panni di buttafuori intimando con il dito indice il silenzio. «Stia buono adesso, lei è un maleducato» ha detto il ministro all’interlocutore, che ha tentato nuovamente di intervenire nel corso della conferenza.

Finale convulso di conferenza stampa quando per la terza volta consecutiva Carlomagno interrompe il premier Silvio Berlusconi. «Si vergogni, questa è la sinistra» è sbottato Berlusconi, mentre il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, che già in un primo momento aveva raggiunto l’uomo seduto tra i giornalisti, si è nuovamente avvicinato a Carlomagno e dopo averlo energicamente invitato a parole a smetterla, gli ha poggiato la mano sulla testa (guarda le foto). A questo punto l’uomo ha iniziato ad accusare il premier e il governo, mentre Berlusconi lasciava la sala, visibilmente irritato. All’uscita, il ‘disturbatore’ è stato preso di mira dai militanti del Pdl, che manifestavano fuori dal palazzo, diventando l’ultima ‘attrazione’ di telecamere e giornalisti.

Poche ore dopo l’accaduto il “disturbatore” Carlomagno ha spiegato: “Il ministro La Russa mi ha dato due pugni nello sterno. Del resto lui era un picchiatore. Verdini mi ha pregato di non querelare La Russa e mi ha detto facciamo che la cosa finisce qui. In quale paese si tappa la bocca alle persone con le aggressioni?”. I due conduttori gli hanno fatto notare che non era il suo turno. “Per loro – ha replicato – non é mai il nostro turno di parlare”. Carlomagno è intervenuto poi ai microfoni di Cnrmedia: “Ho fatto una domanda – ha detto il freelance – su come mai si fosse varato un ennesimo decreto incostituzionale sulla legge elettorale a 25 giorni dal voto. La mia domanda era attinente, da freelance, e non voleva essere offensiva. Invece quello che é successo è una cosa gravissima. La Russa è partito dal palco della conferenza stampa, è venuto nelle ultime file dove sedevo e mi ha aggedito fisicamente”.

“Ci sono tanti colleghi che hanno visto e filmato tutto. Infatti sto per querelare La Russa per aggressione fisica – prosegue Carlomagno -. Io gli ho detto che in quel momento si è spogliato della sua carica di ministro: in quale paese al mondo un ministro della Difesa aggredisce un cittadino, un freelance che ha una partita iva e con la quale scrive liberamente sui giornali anche se non sono iscritto all’albo dei giornalisti? Secondo me da oggi La Russa è scaduto, non è più ministro della Repubblica, è un cittadino di serie B, perché se non vuoi rispondere puoi anche non farlo. Mi ha fatto una intimidazione mafiosa urlando di chiedermi i documenti”.

Ma la giornata a via dell’Umiltà non è iniziata meglio per il presidente del Consiglio, contestato da alcune persone affacciate dal palazzo che è di fronte alla sede del Pdl. Contestazioni che hanno provocato la reazione del gruppo di militanti del Club della Libertà che attendevano il premier. Molti gli slogan gridati dai militanti del Pdl: “Il comunismo non passera”, “A lavorare, andate a lavorare”, “Chi non salta comunista e”. Tra i contestatori, che si sono affacciati alle finestre del palazzo di fronte alla sede del Pdl, anche dipendenti del Teatro Quirino, che mentre urlavano hanno lanciato delle brochure del Quirino di presentazione del balletto Romeo e Giulietta.