Berlusconi e la giustizia: “Avanti su processo breve e intercettazioni”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 21:25| Aggiornato il 8 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

La maggioranza tira dritto sul processo breve. Lo ha affermato Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente alla festa del Pdl di Busto Arsizio (Varese): ”Adesso portiamo avanti l’idea di un processo in tempi certi e l’hano chiamato subito processo breve anche se dura sei anni e mezzo. E anche qui, però, serve una riforma: dobbiamo assolutamente intervenire così come dobbiamo intervenire sulle intercettazioni”. Il premier ha così replicato a Gianfranco Fini: il presidente della Camera aveva “avallato” il Lodo Alfano ma si era opposto a “provvedimenti di tipo retroattivo” (come il processo breve) nel settore della giustizia.

‘Un Paese in cui non c’è la inviolabilità di ciò che si dice al telefono non è un Paese civile”, ha aggiunto il premier. Annunciando che il governo interverrà per riformare la disciplina delle intercettazioni, Berlusconi ha quindi ribadito che ”l’inviolabilità delle comunicazioni è una cosa fondamentale per la democrazia”.

Berlusconi, poi, per l’ennesima volta ha chiuso sull’eventualità di un governo tecnico: ”Noi andiamo avanti, vogliono fare invece un governo tecnico per fare una legge elettorale che tolga il premio di maggioranza. Vogliono tornare alla situazione di prima quando c’erano moltissimi partiti e la situazione era ingovernabile”.

Il premier ha detto che, attraverso la pubblicazione “Due anni di governo”, (che verrà distribuito nelle case degli italiani), intende ”far conoscere tutto quel che ha fatto il governo attraverso la realtà dei numeri e non attraverso i falsi di tv e giornali”.

Il premier ha ricordato i suoi molteplici impegni con una battuta: ”Ho l’agenda così piena per gli impegni di governo che spesso mi capita di addormentarmi con la giacca”.

Il presidente del Consiglio ha poi parlato di politica internazionale, sottolineando che ”la Cina è un protagonista della politica e dell’economia che ben presto potrebbe superare gli Usa”.

Il premier ha dunque spiegato che ”per questo dobbiamo impostare una relazione e non solo subire i suoi prodotti. Dobbiamo considerare il suo mercato interno come un grande mercato di consumo e di investimento per le nostre aziende”.