Berlusconi: “Sono anch’io un peccatore, ma c’è in corso un golpe morale. Contro di me processo degno della Ddr”

Pubblicato il 10 Febbraio 2011 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA –  L’ipotesi era quella di un Silvio Berlusconi intenzionato a tenere un profilo basso fino alla decisione del gip di Milano sul giudizio immediato. Ipotesi smentita nel giro di poche ore. Poche minuti dopo le 18 di giovedì, infatti, il presidente del Consiglio torna ad attaccare i magistrati. E lo fa con toni durissimi, in un’intervista al quotidiano Il Foglio che sarà in edicola nella mattinata di venerdì. Il premier ammette di essere “come tutti talvolta un peccatore”, poi affonda:  “Il golpe morale c’è  e parlare di eversione politica è esprimere un giudizio tecnico”.

Sul possibile processo per concussione e prostituzione minorile il premier parla spiega: ‘Dalle cronache di questi giorni si capisce che i pubblici ministeri e i giornali o i talk show della lobby antiberlusconiana, che trascina con se’ un’opposizione senza identita’ propria, si muovono di concerto. Si passano le carte, non si comprende in base a quale norma, come nell’inchiesta inaccettabile di Napoli; oppure, come  è avvenuto a Milano, scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle ‘vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista”.

Quanto all’obiettivo dell’attacco Berlusconi non ha dubbi: “Lo scopo?  Lo hanno scritto su tutti i giornali,  il professor Zagrebelsky, la signora Spinelli, il professor Asor Rosa e tanti altri: bisogna liberarsi di Berlusconi evitando il voto degli italiani, tutti rincretiniti secondo queste e’lite boriose e antidemocratiche, e ci vuole dunque una iniziativa, cito letteralmente, ‘extraparlamentare’ che punti sull’emergenza morale per distruggere la sovranità politica che il popolo italiano non è degno di esercitare’.

Ma di dimissioni il premier non vuole sentir parlare: “Io resisto. Il giudice ultimo è il popolo”. Anche perché, ribadisce il premier: “Il Parlamento è l’unico titolare della sovranità popolare”. ‘Stavolta – ha detto ancora Berlusconi – c’è una coscienza pubblica diffusa dell’intollerabilità costituzionale e civile di un siffatto modo di procedere, il famoso golpe bianco, anche perché abbiamo un presidente che è un galantuomo, e allora ricorrono a quello che lei, caro direttore, ha chiamato ‘golpe morale’. E’ per questo che nel documento del Popolo della Liberta’ si parla di eversione politica. E’ un giudizio tecnico, non uno sfogo irresponsabile”.

Quindi il premier ammette di essere talvolta un peccatore: “Chi, come voi dite, predica una Repubblica della virtu’, con toni puritani e giacobini, ha in mente una democrazia autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla liberta’, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata. Io, qualche volta, sono come tutti anche un peccatore, ma la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me e’ fatta per ‘andare oltre’ me, come ha detto il professor Zagrebelsky al Palasharp”.

Sempre nell’intervista Berlusconi parla dell’immunità parlamentare: ”I padri costituenti avevano stabilito saggiamente che prima di procedere contro un parlamentare si dovesse essere certi, attraverso un voto della sua Camera di appartenenza, che si era liberi dal sospetto di accanimento o persecuzione politica. Era un filtro tra i poteri autonomi dell’ordine giudiziario e la sovranita’ e autonomia della politica”.