Berlusconi: “O otteniamo la fiducia o si va al voto. La crisi? Una iattura assoluta”

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

“O il governo prende la fiducia o si va al voto anticipato”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lancia un aut aut ai suoi avversari che suona come un avvertimento ai finiani. ”Aprire la crisi è stato un atto irresponsabile”, ha continuato. Non solo: “La crisi del governo sarebbe una iattura assoluta”. Si intravede il voto anticipato, quindi, l’ipotesi che meno converrebbe a Fini e ai suoi.

Giorgio Napolitano oggi aveva invitato i politici a dimostrare senso di responsabilità, anche dopo l’approvazione della Finanziaria: “Avremo bisogno di altri segni di questo senso di responsabilità anche nei tempi a venire”. “Nella fase che stiamo attraversando si impone un giusto riserbo”, ha detto Napolitano.

Niente governo tecnico, nemmeno un “Berlusconi bis”, ossia un rimpasto per un nuovo esecutivo guidato da lui stesso: ”Non credo ci si possa arrivare. Abbiamo bisogno di un governo solido – dice il presidente del Consiglio – e non possiamo contare su chi non garantisce il massimo di lealtà al programma votato dagli elettori”.

Ora tutto è rimandato al 14 dicembre, giorno in cui si voterà la fiducia al governo. Giorno cruciale, perché si esprimerà anche la Corte Costituzionale sul legittimo impedimento.

Ieri, dopo l’incontro tra Napolitano, Fini e Schifani, Berlusconi era sembrato piuttosto ottimista sui “movimenti” interni al fronte finiano: “Una volta incassata la fiducia al Senato – ha commentato ieri, secondo quanto riferisce Repubblica – cambierà tutto. Li voglio proprio vedere i deputati che votano la mozione di sfiducia con la certezza di andare alle elezioni dopo due mesi. E da chi saranno rieletti?”.

Tramonta quindi l’ipotesi di un governo tecnico, come invece richiesto da Futuro e Libertà che puntavano anche a far entrare l’Udc nella maggioranza. Berlusconi va avanti e pensa alle elezioni anticipate.

Per ora ha solo rimandato, quindi, il contrattacco ai finiani, che doveva iniziare con una campagna in tv. Berlusconi stasera doveva essere a Matrix. Poi, il ripensamento: in tv andrà solo dopo la giornata chiave del 14 dicembre, dopo il voto di fiducia del Parlamento, in segno di rispetto per lo stesso, ha detto il portavoce Bonaiuti.

Berlusconi spera infatti di poter contare su qualche assenza strategica dei futuristi il 14 dicembre per la mozione di sfiducia. In più dalla sua ha qualche poltrona da offrire: ci sono quelle dei finiani che si sono dimessi lunedì dal governo, ossia un ministro, un viceministro e due sottosegretari. Inoltre non sono mai stati sostituiti i sottosegretari Cosentino e Brancher. Il premier conta poi di convincere i finiani più moderati: “Se andiamo a votare Fini deve far rieleggere 40 dei suoi, Casini altrettanti, per non parlare dei rutelliani… ma quanti voti pensate di poter prendere?”.

Questi i tempi della crisi, secondo quanto riposta il Corriere della Sera: scioglimento del Parlamento il 10 gennaio, ritorno al voto il 20 o il 27 marzo. Insomma il congelamento della crisi è a termine:  Bossi ribadisce che il 27 marzo è la data giusta per tornare al voto, concorde Ignazio La Russa sullo stesso giorno. Stessa idea espressa da Alemanno, che ha preso parte al vertice alla Camera tra coordinatori e capigruppo della maggioranza, ha laconicamente commentato che “il Pdl scalda i motori per le elezioni”.