Berlusconi in tv: “Da sinistra solo insulti”. Bersani replica: “Il premier sa solo zittire tutti”

Pubblicato il 23 Marzo 2010 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani

Non si placa lo scontro tra Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani.

Il presidente del Consiglio, a meno di una settimana dal voto, interviene a “Uno Mattina” e torna ad attaccare l’opposizione: «Se cambiasse e dialogasse seriamente, cosa che finora non è avvenuta, si potrebbero fare le riforme assieme» afferma il premier al telefono. Per Berlusconi il dialogo sarà possibile «quando l’opposizione si dimostrasse credibile, e quando capiremo con chi parlare, se con i riformisti o gli agitatori di piazza. Finora alle richieste di dialogo ho avuto in cambio insulti, ricorso all’estremismo e al partito delle Procure».

La campagna elettorale per le regionali, ribadisce Berlusconi, «si è snaturata perché il partito delle procure è entrato pesantemente in campo». «Con gli interventi della loro magistratura – aggiunge il premier – la sinistra ci ha impedito di svolgere una campagna elettorale di informazione nei confronti dei cittadini». Il presidente del Consiglio conferma infine il proprio ‘no’ ad un faccia a faccia con il segretario del Pd: «Non c’è nessuna possibilità di confronto con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia».

Immediata la reazione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21: «Un presidente del Consiglio furioso ha comiziato per telefono e senza contraddittorio a “Uno Mattina”. Siamo certi che da domani e sino a venerdì analoga possibilità sarà concessa a tutti i leader delle altre formazioni politiche». «Magari si potrebbe organizzare un faccia a faccia telefonico tra Berlusconi e Bersani – prosegue Giulietti – visto che il presidente scappa da qualsiasi confronto con persone reali e con domande non concordate».

Lo stesso leader del Pd critica il capo del governo, accusandolo di non conoscere il dialogo e di sapere solo «zittire l’opposizione». «Con cento voti in più in Parlamento – ricorda Pier Luigi Bersani – in venti mesi ha messo 28 volte la fiducia e fatto 58 decreti, zittendo sia l’opposizione che la maggioranza: questo è il suo modo. Non accetta i confronti elettorali, intende la politica come un comizio continuo e il governo come un decreto continuo, questo è il suo modo di dialogare» perciò «Berlusconi non faccia ad altri accuse che non stanno in piedi».