Berlusconi & lady L., la terza ragazza di quella sera: “Gentile, garbato, parlava della moglie. Non successe nulla”

Pubblicato il 21 Giugno 2009 - 14:35| Aggiornato il 22 Giugno 2009 OLTRE 6 MESI FA

Continua la sfilata delle ragazze pugliesi che hanno rallegrato le serate del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella sua residenza romana di palazzo Grazioli. Dopo Patrizia D’Addario, la escort barese pagata duemila euro per una notte nel “letto grande” di Berlusconi, ieri, sabato, Repubblica e oggi, domenica, il Giornale (di cui risulta proprietario il fratello di Silvio, Paolo Berlusconi) hanno intervistato Barbara Montereale, da Modugno (Bari), che ha raccontato di una piacevole serata, senza sesso, con il presidente, fino all’ora in cui tutti se neandarono e Berlusconi si apppartò con Patrizia.

Oggi, domenica, Repubblica intervista una terza ragazza, anche lei della partita, della quale fornisce solo l’iniziale del nome, L.:  ha 25 anni, lavora  “in uno studio di ingegneria come arredatrice di interni”. Per un periodo ha vissuto a Torino. Lì ha lavorato come impiegata della “Reale Mutua assicurazioni”, “ramo liquidazione sinistri”.

A quel che Repubblica riferisce, L. dice ancora: “Dipingo e non sono, nonostante la mia bella presenza, né una escort, né una modella”.

 

La sera del 4 novembre 2008, anche L. entrò a Palazzo Grazioli, e quella fu la prima e l’unica volta, lei dice, che vide  Berlusconi in carne e ossa. C’erano anche Patrizia D’Addario, Barbara Montereale e Gianpaolo Tarantini. Anche L. è stata ascoltata dalla Guardia di Finanza come testimone nell’inchiesta sul giro di prostituzione sull’asse Bari-oma-Costa Smeralda, che avrebbe come perno Tarantini.

 Seguono alcune delle domande e delle risposte dell’intervista, condotta da Paolo Berizzi e Carlo Bonini.

Ne esce un ritratto di Berlusconi che, combinato con le parole di Barbara Montereale, potrà essergli utile sul piano giudiziario ma incrina invece il mito del Capo superdotato e superattivo, che non si stanca mai di fare sesso e ha bisogno non di una, ma di due, tre, cinque ragazze, come documentavano le foto pubblicate due anni fa dal settimanale oggi e scattate da Antonello Zappadu nel giardino della villa di Berlusconi in Sardegna. Erano foto, c’è chi ancora le ricorda, che parevano talmente inneggianti alla virilità di Lui, che potevano benissimo essere state scattate su commissione.

Insomma, se è vero che un vero Capo deve coprirsi di gloria nelle battaglie di Venere prima ancora che in quelle di Marte (la lista degli eroi da alcova è lunga e include Stalin e Kennedy, Clinton e Mussolini), per Berlusconi le testimonianze di queste pugliesi sono un terribile smacco d’immagine.

L’avventura di L. a palazzo Grazioli comincia una sera di fine ottobre del 2008, quando vide Tarantini che le propose: “Perché non sali con me a Roma per una festa?”. All’oscuro della destinazione finale (“Sarà una bella sorpresa” le aveva detto Tarantini), L. capì solo quando, a Roma, all’hotel De Russie incontrò le altre due ragazze,Patrizia e Barbara:  mai viste prima, mai più viste dopo, dice ora L. Tarantini non le disse che Patrizia era una escort né le offrì del denaro.

Chiedono gli intervistatori: a che ora arrivaste a Palazzo Grazioli?
“Credo di non sbagliare se dico dopo le 23. Prima mangiammo qualcosa al De Russie io, Gianpaolo e le due ragazze. Poi, mangiammo anche a Palazzo Grazioli. Io ricordo del gelato squisito”.  

Cosa ricorda di quella serata?
“La gentilezza del Presidente. La sua voglia di scherzare. Le canzoni napoletane. Le sue barzellette.  Ricordo anche che ci tenne molto a mostrarci le foto della sua famiglia: la moglie Veronica, i figli e i nipoti. E poi le sue ville. Ci fece anche vedere un dvd con un suo comizio e la sua visita alla Casa Bianca. Ci spiegò che sarebbe dovuto partire presto per Mosca. Dove poi fece la battuta su Obama abbronzato”.

Quanto rimaneste a Palazzo Grazioli?
“Direi due, tre ore”.

Durante la serata che tipo di rapporto notò tra Tarantini e il presidente del Consiglio?
“Gianpaolo dava del lei a Berlusconi. Il Presidente era informale”.

E a voi come si rivolgeva?
“Vi sembrerà strano, ma a noi non si rivolgeva mai direttamente. Parlava, parlava, ma senza chiamarci per nome”.

Ricevette dei regali quella sera?
“Sì. Dei gioielli a forma di farfallina e tartarughina”.

Ve ne andaste da Palazzo Grazioli tutti insieme?
“No. Patrizia rimase”.

Si chiese perché?
“Come vi ho già detto, non mi piace fare domande. Sono una persona discreta. Non ho chiesto. Un’altra cosa è se ho immaginato. Ma le cose che immagino le tengo per me. Quella sera me ne tornai in albergo e chiamai mia madre per raccontarle”.

E a Patrizia non chiese?
“Patrizia non la rividi proprio. Né la mattina dopo. Né successivamente. Perché io tornai il giorno dopo a Bari in macchina insieme a Gianpaolo e all’autista”.

Tarantini la chiamò altre volte dopo quella serata?
“No. Io mi fidanzai e, forse, lo sentii ancora una volta. Ma non per feste”. Queste cose che ha appena detto le ha raccontate anche alla Finanza?
“Si”.

E la Finanza le ha forse chiesto se, nel suo rapporto con Gianpaolo o anche in quella sera di novembre c’è mai stata di mezzo la cocaina?
“Non me lo hanno chiesto. E comunque, io non consumo cocaina e non ho mai usato droghe. Né quella sera, vidi droghe”.

Suo fratello ha avuto recentemente problemi con la cocaina. E’ stato accusato di spaccio.
“A me non lo ha detto. Evidentemente è una cosa che ha preferito tenere per lui. In famiglia teniamo molto alla privacy”.

Le è mai stata offerta una candidatura politica?
“Mai”.