Berlusconi-Lavitola: “Catastrofiche” intercettazioni. E che ci sarà mai?

Pubblicato il 5 Settembre 2011 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Intercettazioni dal contenuto “catastrofico” per chi parla al telefono, l’aggettivo è quello scelto dal magistrato che le ha ascoltate. Altro aggettivo usato, tanto per stare sule leggero, è “terrificante”. Chi parla a quei telefoni, scheda panamense intestata ad un peruviano, è il presidente del Consiglio. Parla con Valter Lavitola, spesso e anche a tarda notte. Già la circostanza che un capo di governo si procuri o comunque accetti di parlare con “scheda panamense intestata a peruviano” è di per sè “catastrofica” e “terrificante” alquanto. Ma facciamo che non sia vero, infatti le cronache la registrano come nulla fosse, deve essere, non può essere vero. E facciamo, se fosse vero, che solo così il premier può, in estrema autodifesa, sottrarre le sue conversazioni private all’intercettazione. Resterebbe da chiedersi quale maligna e sfortunata coincidenza porta il premier a intrattenere conversazioni private molto, troppo spesso con uomini e donne in odor, talvolta in manifesta “puzza” di reato. Ma non vi è chi non veda che è domanda pignola prima ancora che insolente.

Come che sia, e che ci sarà mai in quelle registrazioni? Più di quanto si è letto, più del “capo che si caca nelle mutande”? Questa è copyright di Lavitola-Tarantini. E poi chi l’ha detto che il “capo” è Berlusconi? Più di quello che Tarantini ha già detto al telefono parlando con Lavitola: “Ci sono telefonate tra me e le ragazze in cui dico che lui il giorno prima gli ha dato dei soldi”? Più di questo, e che ci sarà mai? Più di questo non ci può essere, inutile attendere altre pubblicazioni. La vera “catastrofica” e “terrificante” registrazione è già pubblicata ogni giorno su ogni giornale, anche quelli amici del premier. Ed è vero che non c’è nulla di più inedito del già pubblicato, ma insomma…Ogni giorno si può leggere ovunque che Berlusconi è in ansia, distratto, di pessimo umore, “preso e occupato” da queste vicende. Ed è questo quel che catastroficamente e con terrore si deve registrare: il capo del governo di un paese sull’orlo del baratro finanziario ha questo in testa e in agenda: le telefonate con Lavitola, con i tanti, troppi Lavitola che lo chiamano e lui… risponde.