Lega: “Se la Camera sfiducia il governo l’unica alternativa è il voto”

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 22:26 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi

Piena fiducia nel Capo dello Stato per uscire dalla ‘crisi politica’ e la certezza che, se non si dovesse ottenere la maggioranza il 14 dicembre in una delle due Camere, la soluzione migliore sarebbe solo e comunque il voto. La Lega Nord dice ‘no’ a soluzioni pasticciate e spazza il campo da fraintendimenti: asse con Berlusconi e priorita’ alla realizzazione della riforma federalista. Rispetto ai partiti, di maggioranza come di opposizione, che temono di avere qualcosa da perdere in caso di elezioni anticipate, il Carroccio ritiene di essere in una posizione di vantaggio. Un esempio di questo ragionamento potrebbe essere la tanto attesa nomina, domani in cdm, del nuovo presidente della Consob. Una richiesta che, come ricorda Roberto Calderoli, la Lega ”ha fatto piu’ di una volta”.

Ed e’ probabile che domani venga confermato il nome di Giuseppe Vegas, sponsorizzato proprio dal ministro Giulio Tremonti e dai leghisti. Il punto sulla situazione dell’esecutivo lo fa il ministro Roberto Maroni, che prendendosi una pausa dalla spirale di polemiche sul caso Saviano, delinea la road map dei lumbard: ”Il 14 dicembre – spiega – e’ il D-Day: se avremo la fiducia alla Camera e al Senato continueremo, non so per quanto; se non avremo la fiducia in nessuna delle due Camere – aggiunge – il Governo si dovrà dimettere, la parola passera’ al Presidente della Repubblica e sara’ possibile una maggioranza alternativa; se ci sara’ la fiducia solo in una delle due Camere le elezioni saranno inevitabili”.

Insomma, tutti scenari nei quali non e’ possibile immaginare che la Lega sia assente. Il Carroccio, comunque, ”non e’ disponibile ad entrare in una maggioranza – spiega ancora Maroni – che tradisca il voto degli elettori che hanno mandato al governo noi e il Pdl”. I leghisti temono che un eventuale nuovo esecutivo possa frenare al riforma federalista. D’altronde, in caso di voto anticipato il federalismo non si fermerebbe. A spiegarlo e’ Enrico La Loggia, presidente della bicamerale che ha il compito di attuarlo: ”Se si sciolgono le Camere e si vota – spiega – andiamo in ordinaria amministrazione. Restano i decreti attuativi che noi porteremmo a termine perche’ la delega ce lo impone”.

Una rassicurazione in piu’ che spinge la Lega ad accelerare sul voto. Inoltre – si spiega in ambienti parlamentari del ‘Sole delle Alpi’ – un governo tecnico o di transizione permetterebbe ”al terzo polo di acquisire peso” e proprio i centristi sono visti come fumo negli occhi.