Berlusconi: niente fusione con la Lega, si appella al Pd: appoggiate un nostro governo

di Ama La Sunta
Pubblicato il 13 Marzo 2018 - 06:24 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: niente fusione con la Lega, si appella al Pd: appoggiate un nostro governo

Berlusconi: niente fusione con la Lega, si appella al Pd: appoggiate un nostro governo

Berlusconi non vuole il partito unico della destra, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia e lo dice con chiarezza e fermezza. Per non tornare alle urne e per scongiurare l’ipotesi del voto tra meno di un anno invita il Pd a sostenere il nuovo governo “per il bene del Paese”.

Il presidente di Forza Italia si dice scettico sull’ipotesi di dare le presidenze di Camera e Senato a grillini e Lega: “Siano di garanzia. Con Salvini siamo alleati ma abbiamo valori diversi. Lui non farà una scelta così, in contrasto con i suoi stessi elettori”.

“Gli italiani -continua Berlusconi- hanno deciso di dare una maggioranza al centrodestra, ma anche di non assegnare ad alcun partito o coalizione la forza di governare da sola. Andare al voto con il governo Gentiloni, magari facendo una legge elettorale migliore è una ipotesi. Il fatto è che non vedo alcuna possibilità, con questi numeri parlamentari e con questa situazione nel Paese, di fare una legge elettorale migliore. Voglio essere ancora più esplicito: non considero migliore una legge elettorale che consegni il governo del Paese a una minoranza, qualunque essa sia. II voto ha detto con chiarezza che oggi una maggioranza politica fra gli elettori non c’è. Non può essere la legge elettorale a crearla, a meno di non voler ancora aggravare il distacco fra i cittadini e la classe dirigente del Paese”.

Sul suo ruolo all’interno della coalizione dice: “Il nostro futuro si chiama semplicemente Forza Italia. Il nostro è un grande partito liberale, quindi tutte le opinioni sono legittime. Però, proprio perché siamo una grande forza liberale, parte integrante della grande famiglia del Ppe, il nostro avvenire rimane ben distinto da quello dei leghisti che sono certo alleati leali, ma che hanno una storia diversa dalla nostra, un linguaggio diverso dal nostro, valori diversi dai nostri. Aggiungo che in questa campagna elettorale Forza Italia è stata fortemente penalizzata dalla non candidabilità del suo leader. Ma io continuo a pensare che – come in tutto il mondo – il futuro sarà dei liberali, dei cattolici, dei moderati”.

Un Berlusconi per nulla domo che per la prima volta nella sua carriera politica però si trova a dover parlare non più da leader della coalizione. Una situazione nuova per lui e per tutti gli addetti ai lavori che ha accanto. Una situazione che pare lo metta molto a disagio.

Disagio che si manifesta anche con il rifiuto categorico di Berlusconi ad una ipotesi di partito unico del centrodestra (forse scottato dal fallimento del Pdl, nato dalla fusione di Forza Italia con la vecchia Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, terminata tragicamente con l’ormai famoso “Che fai mi cacci?! di Fini a Berlusconi).

Di tutt’altro parere è invece il presidente della regione Liguria Giovanni Toti da sempre molto vicino alla Lega che ancora non perde le speranze.  «Non è che tutte le idee in un grande partito politico debbano essere identiche – ha dichiarato Toti – e sicuramente quelle del presidente del partito contano tantissimo ma questo non vuole dire che non possa esistere una voce fuori dal coro come la mia, che pone degli elementi di riflessione da approfondire insieme per guardare al futuro: non credo di fare una cosa eversiva. E’ evidente che la parola di Berlusconi in un partito fondato da Berlusconi sia importante ma non dimentichiamo che Berlusconi è anche l’uomo che ha inventato il Pdl e l’unità della coalizione di centrodestra. Credo sia permeabile alle riflessioni, agli spunti e agli stimoli ma non intendo certo imporre a tutti la mia idea».

Toti probabilmente, che da tempo aspira ad avere un ruolo importante nella coalizione di centrodestra, intravede nella “fusione” con la Lega ampi margini per giocarsi da protagonista la partita.