Berlusconi, lettera alle Olgettine del 2013: “Non posso più aiutarvi, sono guai”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2015 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, lettera alle Olgettine del 2013: "Non posso più aiutarvi, sono guai"

Berlusconi, lettera alle Olgettine del 2013: “Non posso più aiutarvi, sono guai”

MILANO – C’è anche la lettera di “congedo” scritta da Silvio Berlusconi nel dicembre 2013 alle ragazze ospiti ad Arcore tra gli atti dell’indagine Ruby ter e ora depositati al Tribunale del Riesame. Nella missiva l’ex premier scrive in sostanza  di non poter più aiutare le giovani in quanto questo suo gesto di generosità è stato interpretato in termini negativi e porterebbe guai per tutti. Però annuncia di lasciare ad alcune di loro, in tutto 14 ragazze, un ultimo aiuto e cioè una sorta di buona uscita di 25 mila euro.

La lettera di ‘congedo’ firmata di pugno da Berlusconi e inviata alle ragazze è stata redatta al pc ed è uguale per tutte. Cambia solo il nome della destinataria che è scritto a mano. A tutte l’ex premier manifesta il suo affetto, motivo per cui – è la sintesi della missiva – le ha sempre aiutate versando loro denaro, quanto meno un appannaggio mensile di 2.500 euro.

Un contributo per il loro mantenimento che – spiega in sostanza il leader di Forza Italia – non può più continuare a elargire poiché tutto ciò è stato interpretato in modo negativo e potrebbe causare guai a lui e a loro. Poi l’annuncio di un ultimo versamento: quella sorta di liquidazione di 25 mila euro.

Tra le 14 beneficiarie della ‘buonuscita’ ci sono Miriam Loddo, Marysthell Polanco, le gemelle Ferrera, Elisa Toti, Barbara Faggioli e Lisa Barizonte. Tra gli atti depositati al Tribunale del Riesame ci sono anche i verbali di Giuseppe Spinelli, il ragioniere contabile di Berlusconi, che è stato sentito 4 volte dagli inquirenti, l’ultima giovedì. Spinelli avrebbe raccontato che poteva disporre liberamente di 25 mila euro al mese per i vari pagamenti e che le ragazze, che con lui si lamentavano per essere rimaste al verde e senza lavoro, facevano pressioni per avere denaro per tirare la fine del mese. Il ragioniere avrebbe aggiunto che se la cifra non superava i due o tremila euro, non aveva bisogno di alcuna autorizzazione, altrimenti era necessario il benestare di Berlusconi o chi per lui.