Berlusconi ‘litiga’ con l’Europa e manda all’aria il confronto tv già pronto

Pubblicato il 29 Gennaio 2013 - 15:09| Aggiornato il 12 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi da una parte “litiga” con l’Europa e contemporaneamente, dall’altra, fa saltare il confronto tv con i candidati delle varie coalizioni. Per lui sei candidati a confronto sono troppi e quindi batte i piedi e dice no: niente confronto sabato, anche se tutto era già pronto.

Fa saltare confronto tv. Il leader del Pdl obietta che il regolamento della Commissione di Vigilanza Rai prevede che sia riservato uno spazio solo a chi sia leader di una coalizione, e dunque non a Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Oscar Giannino.

Il Pd, che invece preme per un confronto tra tutti i contendenti, sarebbe disponibile a spostare l’evento in una rete privata, dove non vale il regolamento della vigilanza Rai. Ma il Pdl sarebbe contrario anche a questa ipotesi.

A stretto giro quindi replica Pier Luigi Bersani in persona: ”Non si può fare? Vado a Sky. Per quale diavolo di motivo non si può fare il confronto a sei? Escludiamo Grillo, escludiamo Ingroia, escludiamo Giannino. Dite alla vigilanza Rai che io, quando c’era da fare le primarie, non l’ho fatto fra i favoriti perché un conto sono i sondaggi e uno sono i voti. Io mi chiamo Partito democratico e partecipo solo a cose dove tutti hanno uguali condizioni. Non intendo partecipare a cose dove ci sono condizioni diverse, questo lo lascio fare a Berlusconi”.

Era già tutto pronto. Eppure, come scrive Il Corriere della Sera, era tutto pronto per il confronto a sei: la Rai aveva già allestito lo stabilimento della ex Dear in via Nomentana a Roma, tempio dei grandi appuntamenti della Rai, e già mobilitata la coppia di conduttori: Bruno Vespa e il direttore del Tg1, Mario Orfeo.

Era pronto anche il format con i tempi uguali per tutti, il cronometro e il controllo al secondo. Ma niente di fatto

L’Europa lo attacca, Pdl chiede dimissioni Olli Rehn. Il “litigio” con l’Europa inizia la mattina, quando il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, interviene al Parlamento Ue e dice: “Berlusconi non ha rispettato gli impegni con l’Unione europea e ha fatto schizzare lo spread italiano, bloccando la crescita in Italia”.

Subito arriva pronta la replica di Angelino Alfano e di Renato Brunetta che chiedono le dimissioni di Rehn: “E’ inaccettabile che Olli Rehn – dice Alfano – vicepresidente di un’istituzione indipendente quale la commissione europea, intervenga nella campagna elettorale di uno stato membro, peraltro con affermazioni false, tecnicamente sbagliate e facilmente smentibili”.

L’ex ministro Renato Brunetta rincara la dose: “Chiediamo una commissione di inchiesta del Parlamento europeo sulle affermazioni odierne del commissario  Rehn, destituite di ogni fondamento e gravemente diffamatorie dell’Italia e del governo Berlusconi”. E aggiunge: “Mente sapendo di mentire, si dovrebbe dimettere”.