Manovra: Berlusconi apre alle Regioni: sì, no, forse. Bonaiuti smentisce: non ha intenzione di cambiarla

Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 20:11 OLTRE 6 MESI FA

Sembrava che uno spiraglio si fosse aperto, e invece niente. Dopo giorni di proteste da parte di molti governatori delle Regioni, Silvio Berlusconi sembrava aver aperto al dialogo e le agenzie, sono circa le 19, battono questa notizia: il premier ha detto che  pronto a rivedere la manovra. Proprio come gli chiedono da tempo i vari Formigoni, Poverini, Errani, Iorio. I presidenti delle Regioni, insomma, preoccupati di doversi accollare tutti i sacrifici dell'”austerity” tremontiana.E a protestare non sono mica solo i governatori di sinistra. Tra loro ci sono forti esponenti del Pdl, come Formigoni e Polverini, per l’appunto, che sono anche tra i firmatari di una lettera inviata al premier e in cui si chiede a gran voce un incontro per parlare di eventuali modifiche alla finanziaria.

All’agenzia sull’apertura di Berlusconi segue euforia. Poco prima Formigoni aveva detto che le regioni sono “unite” nella lotta, nella mobilitazione e sono “pronte a restituire le deleghe” se la manovra allestita da Tremonti non sarà cambiata. Ma l’illusione che dal governo sia arrivata una risposta a tanta preoccupazione dura veramente poco. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, fa appena in tempo a dire “Siamo certi che il premier ascolterà le regioni” che arriva la smentita.

Sono le 20.06. L’illusione dei governatori è durata appena un’ora. L’Ansa batte un comunicato del portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, che smentisce su tutta la linea l’apertura che si credeva avesse fatto il Cavaliere. Non solo dice che Berlusconi non ha mai detto di voler modificare la Manovra ma dalle sue parole si evince che il premier non ne abbia nemmeno la minima intenzione. E per i governatori delle Regioni è meglio rimettersi a lottare.

”Il Presidente del Consiglio Berlusconi – dice Bonaiuti – ha risposto con un sì alla domanda se intenda incontrare le Regioni, ma quel sì non si riferiva certo alla possibilità di rivedere neanche su quel punto una manovra già delineata. Le riprese televisive posso confermare quanto stiamo asserendo”.

Le regioni: uniti nella protesta, pronti a restituire le deleghe. Poco prima della presunta e smentita apertura di Berlusconi, il governatore della Lombardia aveva detto: “Siamo tutti pronti a restituire le deleghe”. Anche se secondo Formigoni “non va concepito come un gesto di polemica. Noi siamo una parte della Repubblica italiana e vogliamo contribuire con le nostre idee, con le nostre proposte a disegnare una manovra che è indispensabile, ma nella quale i sacrifici vanno ripartiti in maniera equa tra tutti i comparti”.

“La nostra – aveva aggiunto – è una proposta positiva di collaborazione al governo nel disegnare una manovra più sostenibile da parte di tutti i cittadini”. Certo, prosegue, “i saldi non devono essere cambiati e noi Regioni siamo pronte a fare la nostra parte, ma se si vanno a tagliare i contributi per il trasporto pubblico locale, per le imprese noi diciamo che si mettono in discussione comparti fondamentali della spesa pubblica”.

”La posizione delle regioni è unanime – aveva proseguito Formigoni – chiediamo di cambiare la manovra in un’ottica di responsabilita’. E’ necessaria, vogliamo pero’ si tenga conto di chi in questi anni ha lavorato e ha lavorato bene. La posizione delle regioni è unitaria, è inutile che qualcuno faccia il furbo e cerchi di vedere distanze che non ci sono”.

Stessa posizione per il vice presidente della Conferenza delle Regioni, Michele Iorio per cui il dialogo costruttivo col governo invocato domenica dai governatori di cinque Regioni (tra cui il Molise) sulla manovra ”non e’ assolutamente da intendersi come una qualsiasi forma di rottura del fronte unico di tutte le Regioni sulla manovra finanziaria in corso”.