Berlusconi: “Monti è disperato, non è detto che duri”

Pubblicato il 15 Dicembre 2011 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA – Il governo Monti potrebbe durare molto poco. Anzi, il premier ora è un “disperato”. Il bilancio che Silvio Berlusconi fa di un mese di governo tecnico non è dei più generosi. ”Lo scioglimento delle Camere può sempre accadere, anche domani. Non c’è nessuna certezza che il governo Monti resti per tutta la durata della legislatura”. Berlusconi lo ha detto alla presentazione del libro di Bruno Vespa, ”Questo amore”.  ”Anche Monti, disperato, ha capito che l’architettura dello Stato va cambiata, se ne è accorto presentando un certo decreto legge che ha poi dovuto cambiare ma giustamente ha i giornali dalla sua parte che non lo hanno criticato”.

A chi gli chiede se possa essere lui a volere uno scioglimento anticipato delle Camere, il Cavaliere risponde: ”Io no perché sono una persona responsabile ma non credo che altri abbiano senso dello Stato e responsabilità”. Parlando di sondaggi Berlusconi aggiunge: ”Quelli veri ci mettono quasi alla pari”.

Per modificare l‘art.18 il PdL sarebbe pronto a dare la propria adesione ”ma dipende tutto dalla sinistra, che è d’accordo con i sindacati”, ha detto poi Berlusconi. ”Abolire l’art.18 – ha aggiunto – sarebbe un bene per l’Italia, ma la vedo come cosa molto difficile da realizzare. Ci abbiamo già provato – ha concluso Berlusconi – ma sempre senza successo”.

L’ex primo ministro ha parlato anche dell’asta per le frequenze tv.  ”Non credo che Mediaset farà offerte perché i costi per occupare le poche frequenze rimaste sono elevati”. Infine, anche una citazione del Duce: ”Sto leggendo in questi giorni le lettere di Benito Mussolini e Claretta Petacci. Aveva ragione quando diceva che non è difficile governare gli italiani ma è inutile.  Debbo dire che in quelle lettere – ha aggiunto Berlusconi – mi ci ritrovo. Chi governa l’Italia non ha potere, può al massimo chiedere una cortesia, ma non può dare ordini”. Poi, dalla platea, qualcuno fa notare a Berlusconi che quella di Mussolini era una dittatura, non una democrazia. “Beh, era una democrazia minore”, ha risposto l’ex premier.