Le due Aule di Berlusconi: sì, al processo vado. Ma poi lo cancello

Pubblicato il 27 Marzo 2011 - 15:14 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi, foto La Presse

ROMA – Si prospetta un lunedì di fuochi artificiali. Silvio Berlusconi sarà in Aula a Milano, “salvo impedimenti” per l’udienza preliminare di Mediatrade. Contemporaneamente in Aula, ma questa volta alla Camera, approderanno la prescrizione breve e la responsabilità dei giudici. Da una parte, quindi, il premier torna a varcare la soglia dell’aula di un tribunale come non faceva da anni. E sull’evento pare voglia anche mettere l’accento visto il contenuto di sms spedito dal Pdl lombardo ai suoi affiliati: “Lunedì il nostro presidente sarà al tribunale di Milano, ti aspettiamo per dimostrargli il nostro affetto”.

Se Berlusconi, dunque, da una parte mostra di volersi sottoporre finalmente a un processo, dall’altra, in Parlamento, i suoi processi tenta di affossarli. Attraverso, appunto, la norma della prescrizione breve. Quella norma che prevede per gli incensurati una diminuzione da un quarto a un sesto della maggiorazione dei tempi della prescrizione, fatta eccezione per i reati più gravi come l’associazione mafiosa. Ora la corruzione si prescrive in 10 anni, il massimo della pena più un quarto (per compensare i cosiddetti “atti interruttivi”), con la nuova leggina quel quarto si riduce a un sesto. Il processo Mills, che doveva “morire di prescrizione” a febbraio 2012 perirà in anticipo di sette mesi e mezzo. Domani, a maggio. Quello Mediaset, tempo di decesso stimato giugno 2014, morirà sei mesi prima, dicembre 2013. I reati di Mediaset (appropriazione indebita, reati finanziari) si estinguono in sette anni e mezzo, lo faranno in sette.

Ad infuocare ancora di più il clima rovente di questo lunedì di primavera sarà anche l’approdo in Aula della norma sulla responsabilità civile dei giudici. Una norma che, se letta con superficialità, potrebbe anche sembrare giusta: ovvero che il giudice possa essere citato in giudizio in caso di colpe gravi e con dolo. Il punto è che con la nuova riforma i magistrati non si vedrebbero costretti al risarcimento solo per dolo o colpa grave, ma anche per “violazione manifesta del diritto”. La conseguenza? Chiunque potrebbe fare ricorso al giudice e per qualsiasi motivo, con un consequenziale aumento vertiginoso delle cause. E anche la figura e l’autorevolezza del magistrato verrebbero intaccate. Il sottosegretario Casellati ha comunque annunciato che il governo è pronto a modificare la norma che estende la reponsabilità civile dei magistrati. Tocca solo vedere come.